Si tratta de “La mano che crea. La galleria pubblica di Ugo Zannoni (1836-1919) scultore, collezionista e mecenate”. L’esposizione, visitabile fino al 31 gennaio 2021, è stata curata dal direttore dei Musei Civici Francesca Rossi, assieme ad un Comitato scientifico.
Questa nuova iniziativa è nata con l’intento di valorizzare e celebrare l’artista veronese nella sua veste di mecenate. Zannoni, in questo ruolo, ha rivestito un ruolo fondamentale per la sua città natale. Infatti, ha dato un grosso aiuto alla creazione e sviluppo delle collezioni dei Musei Civici. Inoltre, attraverso le sue donazioni, ha contribuito alla successiva formazione proprio della Galleria d’Arte Moderna.
La mostra conta 83 opere, tutte di proprietà di Zannoni. Esse provengono dalle mani di diversi artisti, tra cui quelle di Zannoni stesso. Sono lavori che appartengono sia all’ambito pittorico che scultoreo e sono stati creati utilizzando le più svariate tecniche artistiche. Sono riuniti assieme per la prima volta da inizio novecento, quando si trovavano esposte al Museo Civico di Palazzo Pompei.
Una delle cose che più salta all’occhio della mostra è il suo allestimento. Lo spazio è diviso in tre sezioni. La prima a cui si accede è quella contenete opere provenienti dall’atelier di Zannoni. Le altre due, invece, includono rispettivamente lavori che si trovavano prima nella dimora dell’artista e nelle sale arte moderna del Museo Civico veronese.
Queste tre unità sono nettamente separate attraverso l’uso dei colori. Nella prima, le pareti e i sostegni di alcune opere sono di color salmone. Nella seconda e nella terza, invece, sono rispettivamente verdi e azzurri. Ogni sezione, inoltre, sembra suggestivamente richiamare gli ambienti in cui le opere erano originariamente inserite.
Nella prima vediamo due quadri, tra cui uno privo di cornice, poggiati a dei cavalletti. Ciò dà proprio l’idea di due opere appena realizzate che riposano nello studio dell’artista. Nella seconda abbiamo una scrivania, inserita accanto ad una parete dipinta a righe verticali verdi e bianche. Due elementi che sembrano ricondurre al contesto domestico. La terza, invece, richiama l’aspetto delle sale di arte moderna dei Museo Civico. Lo fa dipingendo, all’apice delle pareti, la stessa intricata decorazione a ghirlanda di foglie e rami.
Infine, interessante è anche ciò che si trova nella stanza antistante agli ambienti della mostra. Appena usciti, si può innanzitutto guardare un video con delle interviste agli studenti dell’Università di Verona che hanno contribuito allo studio delle opere esposte e al progetto. Ci si trova di fronte poi ad una linea del tempo del mecenatismo veronese. Quest’ultima contiene sia nomi e brevi descrizioni dei maggiori protagonisti di tale fenomeno che i principali eventi riguardanti l’arte e i musei di Verona. Entrambi aiutano a conoscere più a fondo questa iniziativa e a inserirla cronologicamente.
Giorgia Silvestri