Sliding Doors è il titolo di un film del 1998 diretto da Peter Howitt. Una simpatica pellicola che mostra come nella vita il verificarsi o meno di un determinato evento possa cambiare drasticamente l’esito finale. Questo esempio, preso in prestito, fotografa in un certo qual modo un passaggio della carriera professionistica di Graziano Battistini, apprezzato portiere che alla fine degli anni ’90 ha vestito le maglie di Udinese e Verona, le due squadre che più di altre rappresentano le esperienze più importanti del suo passato di calciatore. Nativo di Monza, Battistini ha difeso i colori bianconeri per quattro stagioni prima di passare in riva all’Adige. «Dopo gli anni di A con l’Udinese – racconta – accettai la proposta dell’Hellas di scendere in B in un club che aveva voglia di risalire subito. Con Cagni non fu un anno particolarmente felice mentre l’anno successivo con Prandelli conquistammo la promozione, al termine di un grande campionato». Pronto a tornare protagonista in A, però, Battistini dovette fare i conti con Sebastian Frey. «Proprio così – commenta con un filo di naturale rammarico – accadde tutto in occasione della trasferta di Parma. Io venni espulso e in campo entrò Sebastian che allora era il mio secondo. La domenica successiva, complice la mia squalifica, venne confermato, disputando un’ottima prestazione. La squadra, dopo una partenza poco positiva, si rimise in corsa proprio in quel periodo. Ecco perché da lì, fino alla fine della stagione, dovetti guardare le gare dalla panchina. Il calcio presenta anche queste “curiose” situazioni che bisogna saper accettare». UDINESE-VERONA, SFIDA SALVEZZA Voltando lo sguardo a domenica, la gara, secondo Battistini, riveste una certa importanza in chiave salvezza per entrambe. «Proprio cosi – precisa – tutte e due vivono un momento particolare. Sarà una partita dove conterà molto l’aspetto psicologico. I gialloblù devono confermare i segnali positivi fatti vedere contro il Lecce, i primi dopo un andamento piuttosto deludente, mitigato in parte dalle due vittorie di inizio campionato. L’Udinese, che ha già cambiato il tecnico, si aspettava probabilmente un campionato diverso e si trova, invece, a fare i conti con una situazione completamente diversa». Per il Verona, in particolare, tutto sembrerebbe passare anche dal cambio di modulo operato da Baroni. «Non sono certo io – precisa – a dover dire cosa fare a Marco, che ritengo un tecnico intelligente e preparato. Giusto, comunque, non fare ogni anno dei “copia-incolla”. Cambiare, tenendo sempre conto degli aspetti professionali e umani di ogni giocatore, può contribuire a restituire alla squadra quelle certezze che da un anno all’altro può aver smarrito, anche se solo in parte». UN OCCHIO AI GIOVANI Battistini, appesi i guantoni al chiodo, ha intrapreso il percorso di procuratore. Nel mondo del calcio c’è voglia di vedere giovani, soprattutto italiani. La cosa, però non è così semplice come lui stesso spiega: «I giovani ci sono, il difficile è capire se hanno le caratteristiche per arrivare a determinati livelli. La differenza la fanno le opportunità, se queste vengono date o meno. A mio avviso, comunque, da parte di club e allenatori, servirebbe nei loro confronti maggior coraggio». Enrico Brigi