Tutti vogliono il loro Vinitaly Il Piemonte punta nel 2025 a un Vinitaly del Barolo (e non solo) a Torino alla Reggia di Venaria. Così la sfida è lanciata

ESTERNO PADIGLIONI VINITALY 2022

Vinitaly significa eccellenza. È un brand mondiale invidiato da tutti. Vinitaly vuol dire Verona, la sua bellezza, il suo fascino, la sua provincia con i vigneti dalla Valpolicella alla Valpantena al Soave. L’ultima edizione voluta e pensata per aiutare le imprese ad affrontare l’estero e la transizione e digitale è stata l’ennesimo successo. E il governatore Zaia, va ricordato, ha avvisato tutti: mai Vinitaly andrà via da qui, da Verona e dal Veneto.
Ma come il celebre settimanale di enigmistica, Vinitaly è un brand che vanta molti tentativi di imitazione.
La Cronaca di Verona a fine gennaio aveva scritto che Vinitaly era “sotto attacco”: tanti consorzi, tante regioni dal Piemonte alla Lombardia, tante grandi cantine si fanno il loro piccolo Vinitaly. Durante il lockdown della pandemia hanno imparato a contattare direttamente i clienti on line, organizzano visite, tour tra le botti, camminate tra le vigne. E si organizzano anche per l’estero nella ricerca dei buyer.
La conferma di quando anticipato dalla Cronaca e di quando Vinitaly sia il brano più invidiato e imitato arriva dal Piemonte.
In una lunga intervista al Corriere della sera edizione di Torino si legge che Il Barolo sfida il Vinitaly: «A Torino la grande fiera delle cantine piemontesi».
Francesco Monchiero, al vertice dei consorzi del vino assicura il debutto entro il 2025, magari alla Reggia di Venaria. “Il mio obiettivo, dice, ” è cercare di far parlare il territorio con una voce sola, come fa la Borgogna”.
«Torino e il Piemonte devono tornare nella mappa delle fiere internazionali del vino con un grande evento più simile a Les Grands Jours de Bourgogne che al Vinitaly di Verona; una vetrina solo nostra in grado di raccontare tutte le eccellenze del territorio. Siamo vicini al traguardo. Ed entro il 2025 contiamo di debuttare con una manifestazione, magari all’interno della cornice della Reggia di Venaria». Francesco Monchiero, classe 1975, enologo e produttore vitivinicolo del Roero, da circa un mese è al vertice di Piemonte Land of Wine, l’unione di 14 consorzi del vino piemontesi, con l’obiettivo di fare giocare tutte le cantine del territorio come una squadra sola.
L’obiettivo è dichiarato: «Entro il 2025 vogliamo debuttare con una grande manifestazione del vino piemontese. Siamo a buon punto con l’organizzazione».
La sfida al Vinitaly è lanciata: «Tante nostre aziende ormai disertano questa manifestazione” si legge nell’intervista al Corriere.
“Il nostro territorio è fatto di eccellenze straordinarie ma molto piccole. Talvolta i costi di una fiera superano i benefici. Quindi meglio puntare sugli eventi all’estero e su una manifestazione nostra che metta in vetrina il Piemonte e i suoi vini».
E la fiera del vino piemontese dove si terrà?
“A Torino sicuramente. Dobbiamo ancora decidere dove. Una cornice ideale potrebbe essere quella della Reggia di Venaria”.
La sfida che parte dal Piemonte non è forse nuova ma comunque è preoccupante.
E proprio per questa consapevolezza finora Veronafiere ha rilanciato Vinitaly cambiando struttura, formato, servizi alle aziende e ai buyer. Una strada nuova che ha dato risultati ma che a maggior ragione dovrà essere ancora più convinta.
Altrimenti la concorrenza sarà sempre piu dura e Vinitaly sempre sotto attacco. (mb)