Tre partite strategiche attendono Cariverona. Secondo gli analisti, il primo azionista italiano di Unicredit si prepara a giocare su più tavoli. Il primo e più importante è quello dell’aumento di capitale di Piazza Gae Aulenti. La squadra c’è e sul lato finanza è preparata. Giacomo Marino, attuale dg della Fondazione, è uno che ne capisce. Applaudito è stato anche il suo intervento all’assemblea straordinaria del Banco Popolare in Fiera a Verona. Ma c’è soprattutto nella commissione finanza Dario Frigerio, ex amministratore delegato di Pioneer Investiment. Il piano industriale sarà presentato il 13 dicembre a Londra. Dal canto suo, Alessandro Mazzucco, presidente della Fondazione, non ha mai fatto mistero sulla disponibilità ad aderire all’aumento di capitale. Alle riunioni, sa sa, è andato Paolo Biasi, anche se non è più il presidente della Fondazione. Che però ha un’altra ambizione quella di rientrare nel Cda di Unicredit. Gli altri tavoli aperti riguardano le nuove mosse nelle partecipazioni. A partire dalla fusione Banco Bpm dove Cariverona conta sullo 0,75%, per arrivare a Cattolica dove la quota invece è dell’1%. C’è poi il problema della Popolare di Vicenza con il suo 15%. C’è stato a suo tempo l’intervento di Atlante, ma ci sono ancora da risolvere i problemi degli esuberi dei dipendenti e soprattutto delle sofferenze. Roba da non dormire di notte.