Si parla molto frequentemente dei danni provocati dal fumo di sigarette, sia per chi fuma attivamente (fumo di prima mano) sia per chi ne entra in contatto indirettamente tramite il fumo passivo (fumo di seconda mano). Vi è però un’altra tipologia di rischio, meno conosciuta ma altamente rischiosa, quella relativa al fumo di terza mano. I gradi di esposizione al fumo sono quindi tre: il primo riguarda chi si accende attivamente la sigaretta, il secondo chi si trova in presenza di qualcuno che la sta fumando e il terzo chi si trova esposto alle sostanze tossiche rilasciate dalle sigarette e accumulatesi sulla pelle, sui vestiti e sulle superfici. Il fumo di terza mano è costituito da un insieme di composti che permane a lungo nell’ambiente, e che mischiandosi con altri inquinanti dell’aria dà origine a sostanze tossiche e cancerogene. Trattandosi di particelle invisibili e sensibili alle correnti d’aria, queste possono essere rinvenute anche a distanze importanti dalla presenza di fumatori, anche in luoghi dove le sigarette sono vietate. Il fumo di terza mano interessa purtroppo quindi anche gli ambienti considerati “smoke-free” come i mezzi di trasporto, le aule scolastiche, i luoghi di cura e rappresenta un serio problema di salute pubblica. Il fumo di terza mano riguarda tutti ma in particolare, i soggetti più vulnerabili, i bambini che gattonando, giocando a terra, toccando gli oggetti e poi mettendo le mani in bocca, rischiano di arrivare più spesso a contatto con i residui rilasciate dalle sigarette. L’Istat chiarisce come la metà dei bambini fino a 5 anni di età è figlio di un genitore fumatore, mentre il 12% ha entrambi i genitori fumatori. Che fare, quindi? La risposta sarebbe smettere di fumare, a maggior ragione quando si diventa genitori, in quanto sono ormai conosciute le possibili conseguenze negative per le vie respiratorie e per la salute cardiovascolare del proprio bambino, inoltre si sa con certezza che è più facile che il figlio di un fumatore lo diventi a sua volta, ma sappiamo anche che uscire da un Disturbo da Uso di Tabacco (DSM-5) non è così facile. Nell’attesa di smettere, non è sufficiente evitare di fumare alla presenza del bambino, bisogna darsi delle regole e mantenerle. Alcune regole basilari possono essere quindi il non fumare in casa e in auto, avere cura di cambiarsi subito gli abiti dopo aver fumato e metterli all’aria, o ancora meglio a lavare, e risciacquare con attenzione le mani e il viso.
Sara Rosa, psicologa e psicoterapeuta