Il Consiglio e l’Assemblea dei Sindaci hanno approvato, il rendiconto di gestione 2018 della Provincia. L’ente ha rispettato il pareggio di bilancio, con un avanzo non vincolato di 35,6 milioni di euro, di fatto la disponibilità di risorse più ampia dopo la riforma delle Province del 2014. Una disponibilità che potrebbe rivelarsi complessa da cogliere nella sua interezza, poiché la carenza di personale rischia di contrarre la capacità progettuale, amministrativa e di gestione dei cantieri, e dunque di spesa dell’ente. Nel contesto del percorso d’attuazione della cosiddetta “legge Delrio” (mai completatosi per effetto della mancata approvazione del referendum), la legge 190 del 2014 ha infatti previsto l’impossibilità ad assumere oltre il limite del 50% della spesa di quell’anno. La Provincia di Verona, che già disponeva di una dotazione organica contenuta rispetto ad altre Province dalle dimensioni simili, si è trovata e ancora si trova in una condizione di carenza di risorse umane per, ad esempio, l’elaborazione di progetti e per istruire i bandi. Dai 457 dipendenti di fine 2014, infatti, si è passati ai 228 del primo maggio di quest’anno, comprensivi del personale di polizia provinciale in attesa di essere trasferito alla futura polizia regionale. “Le esigenze prioritarie sono l’adeguamento antisismico degli edifici scolastici per la sicurezza dei nostri ragazzi, gli spazi per gli istituti delle aree del sambonifacese e del villafranchese, le strade, come la variante alla provinciale 10 della Val d’Illasi e tanti altri interventi minori ma importanti su ponti e viabilità – ha ricordato il p residente della Provincia Manuel Scalzotto –. C’è poi un altro tema, quello della tutela dei Palazzi Scaligeri, uno degli edifici simbolo dell’identità veronese che va promosso non solo per il suo valore architettonico ma anche per quello culturale. Le risorse sono significative e stiamo valutando con gli uffici le varie ipotesi degli interventi per quantificarne i costi. Il vero ostacolo però è un altro, la carenza di personale che, a causa dei tagli lineari post riforma Delrio, ha colpito pesantemente la nostra Provincia, nonostante avesse già una dotazione organica ridotta rispetto ad altre. Siamo fiduciosi comunque in un miglioramento progressivo della situazione, dopo i primi segnali confortanti arrivati quest’anno”. L’avanzo totale di amministrazione è risultato pari a 93,3 milioni, di cui 7,8 milioni per gli accantonamenti, 2 milioni vincolati, 47,9 per investimenti che in gran parte finanzieranno spese già programmate (evitando in tal modo di accendere nuovi mutui) e 35,6 disponibili. La spesa corrente si è fermata a 111,8 milioni di euro, in calo di oltre 15 milioni sul 2017. Le voci di spesa più rilevanti sono risultate quelle per la manutenzione ordinaria delle strade (5,5 milioni), per la gestione del calore e delle utenze nelle scuole (9,1 milioni) e per il trasporto pubblico locale (39,9 milioni). una cifra rilevante della spesa corrente resta quella dovuta ai “prelievi forzosi” dello Stato: 30,2 milioni nel 2018, comunque in considerevole calo rispetto ai 48,1 milioni del 2017. Le maggiori spese in conto capitale hanno riguardato interventi sulle infrastrutture stradali (9,3 milioni di euro) e l’accordo di programma per il rinnovo degli autobus del trasporto pubblico locale (5,3 milioni). Per quanto riguarda le partecipate, nel 2018 sono state concluse le cessioni delle quote di A4 Holding, Veneto Strade e Provincia di Verona Turismo, mentre si è deciso di mantenere la partecipazione in Veronafiere Spa.