Turismo veneto in ginocchio. I numeri del disastro

Le cifre sono impressionanti. Ben 173,5 milioni di presenze e oltre 48 milioni di arrivi, con una contrazione rispettivamente del 52,5% e del 51,1% rispetto allo stesso periodo dell­’anno scorso: li avrebbe già bruciati l’emergenza Co­ro­navirus, soltanto nei primi otto mesi del 2020. Ciò emerge da una stima a consuntivo dell’I­sti­tuto Demoskopika che l’An­sa ha pubblicato in anteprima. In picchiata anche gli incassi comunali dell’imposta di soggiorno: oltre 211 mi­lioni di eu­ro. Sforbiciata di ad­dirittura 16 miliardi di spesa turistica: qua­si la metà, pari a 7,2 miliardi, concentrata in Veneto, Tosca­na e Lom­bar­dia che presentano un tasso di internazionalizzazione dei si­stemi turistici ben al di so­pra del 50%. Se ieri la notizia che gli albergatori del Garda, così hanno detto i loro rappresentanti, sono riusciti ad attutire il micidiale col­po inferto dal blocco del turismo internazionale ci aveva sollevato, oggi vengono i brividi a leggere nu­meri di questo genere. Anche perché la stagione invernale ormai è alle porte ed è prevedibile, complice l’innalzamento del contagio, che le restrizioni internazionali rimangano tali o che di­ventino ancora più severe.