“È inaccettabile che a luglio ci siano ancora migliaia di medici, infermieri e operatori sanitari non vaccinati senza una valida motivazione, mentre il numero dei positivi è tornato a salire a ritmo superiore a quello del resto del Veneto. Il caso-Verona preoccupa, dall’inizio della pandemia è la provincia che ha registrato più casi e dove si concentrano i contagi degli ultimi giorni, più della metà del totale regionale”. A denunciarlo è Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Sanità a Palazzo Ferro Fini. “Quasi un mese fa ho presentato una richiesta di accesso agli atti per conoscere i numeri riguardanti il personale sanitario non ancora vaccinato, scorporati sia per Ulss che per singola categoria. Sono sempre in attesa, ma leggo che solo nell’Ulss 9 su oltre 4300 lettere inviate per conoscere le ragioni della mancata somministrazione, più di duemila sono rimaste senza risposta. È un’enormità. Siamo in forte ritardo: il decreto legge sull’obbligo vaccinale è del 31 marzo, la campagna di immunizzazione del personale sanitario è partita a fine dicembre e a metà luglio non sono stati ancora presi provvedimenti. Trovarci ancora in questa situazione, con migliaia di medici e infermieri non vaccinati mentre i contagi riprendono a crescere non è affatto rassicurante in vista dell’autunno: dobbiamo raggiungere l’immunità di gregge prima del rientro in classe”