Tre cori per l’addio al maestro Zraff Gli amici del “Fiorelin del Bosc”, del “Montegaleto” e di “Ecce coro"

Profonda commozione alle esequie di Lorenzo “Zraff” Giacopini, scomparso improvvisamente il 27 febbraio, “il maestro”, come lo chiamavano gli amici del coro “Fiorelin del Bosc” di Ceredo che hanno cantato alla messa concelebrata da don Diego Righetti, parroco moderatore, in Santa Maria Maggiore, la chiesa madre di Bussolengo. Due i sindaci presenti: Raffaello Campostrini di Sant’Anna d’Alfaedo e Roberto Brizzi di Bussolengo.
Intonate alla gioia e al tema della Resurrezione le letture scelte dalla famiglia dal libro delle Cronache “Cantate in suo nome” e “È risorto non è più qui” dal Vangelo di Marco. “Non finisce tutto qui.
Morte e resurrezione sono stati i punti fermi della vita di Lorenzo. In lui musica, cultura, fede sono un tutt’uno, come il suo gusto di stare con la gente.
Ecco: tramandare col canto il racconto della vita, uno stupore che gli veniva dalla fede. Il suo ultimo autore è stato Sant’Agostino. Possa cantare in eterno l’alleluja del paradiso”, le commosse parole di don Diego, amico degli anni giovanili. Alle quali hanno fatto eco quelle del sindaco di Sant’Anna d’Alfaedo, Raffaello Campostrini, che ha espresso “Il profondo cordoglio del paese per il professore, “il maestro” per la nostra comunità, innamorato di terra e gente, in sintonia con lo spirito di noi montanari”. “Tutta la sua azione ha avuto una finalità sociale e culturale: dall’insegnamento alle medie di Sant’Anna alla fondazione del Fiorelin del Bosc.
Dal coro Fiorelin del Bosc l’abbraccio di un gruppo che si è ritrovato nel maestro: “Ciao Lorenzo, ci hai lasciato un ricordo meraviglioso: 55 anni di vita insieme. Guida sicura nel canto e nella vita. Poeta, umanista, matematico con la consapevolezza dell’affetto fraterno. Ogni martedì, alle prove, una “canta” sarà per te”. “Lorenzo amava la musica e ci ha fatto amare la musica.
Il segreto del suo insegnamento era questo: se la musica è espressione elevata dei sentimenti, l’ardore del canto scaturisce tutto e solo dal cuore. Noi del coro Montegaleto gli siamo infinitamente grati perché ci ha insegnato a cantare con ardore i nostri sentimenti; perché ci ha insegnato a cantare con il cuore e ad amare il canto”, ha sottolineato Giorgio Udali, a nome dei coristi del Montegaleto. E infine don Flavio Gelmetti del Mazza, prima allievo e poi amico: “Lorenzo era un insegnante che coniugava competenza ed esigenza alla scuola del Mazza.
Al termine della messa, il figlio Valter ha diretto il coro “Fiorelin del Bosc”, gli amici del “Montegaleto” e di “Ecce coro”, raccolti attorno al feretro in un estremo abbraccio al “maestro”, nell’ultima canta, “Signore delle cime” di Bepi De Marzi. Clima di profonda spiritualità e commozione, sciolta alla fine da uno scrosciante applauso.
Lino Cattabianchi