Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz, luogo divenuto simbolo del progetto nazista di “soluzione finale della questione ebraica” che ha portato allo sterminio di milioni di vittime innocenti. Settantasette anni dopo, è più importante che mai non dimenticare quanto è accaduto.
Anche quest’anno l’università di Verona, particolarmente sensibile al ruolo pubblico e civico dell’accademia, rinnova il suo impegno nella celebrazione della Giornata della Memoria, organizzando una rassegna di incontri e conferenze.
Il ciclo di si aprirà venerdì 21 gennaio, alle 17, nell’aula SMT06 del Polo Santa Marta, via Cantarane 24, Verona, con la conferenza “Tra esclusione e persecuzione. I testimoni di Geova durante il nazismo” dello storico torinese Claudio Vercelli. Nella tragedia dell’olocausto la vicenda dei Testimoni di Geova, i “dimenticati della Storia”, è quella meno conosciuta. Vercelli ha sottolineato come nel 1937 i Testimoni di Geova furono addirittura “il gruppo più consistente di prigionieri in alcuni dei campi di concentramento costruiti in Germania”. Furono l’unico gruppo che in qualsiasi momento avrebbe potuto sottrarsi alla repressione del Terzo Reich ed essere liberato dai campi. Esisteva un modulo di abiura preparato esclusivamente per loro in cui il detenuto dichiarava di dissociarsi dai Testimoni di Geova. Non lo firmò quasi nessuno. Come sostiene Vercelli, “Il loro contributo sta inscritto nel patrimonio civile che la storia del Novecento ci consegna”.
L’incontro si aprirà con i saluti istituzionali di Olivia Guaraldo, delegata al Public engagement, seguiti dall’introduzione di Giovanni Bernardini dell’università di Verona.
Martedì 1 febbraio, alle 17.30, nell’aula SMT06 del Polo Santa Marta, via Cantarane 24, Verona, si terrà l’incontro dal titolo “Ho promesso che parlerò. Il lungo viaggio di Edith Bruck nella memoria della Shoah”.
Edith Bruck (nome d’arte di Edith Steinschreiber) è una scrittrice, poetessa, traduttrice e regista di origini ungheresi naturalizzata italiana. Sopravvissuta alla deportazione nei campi di concentramento di Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen, dove fu deportata poco più che bambina.
A conclusione della rassegna, venerdì 11 febbraio, alle 17, l’aula SMT06 del Polo Santa Marta, via Cantarane 24, Verona, ospiterà l’incontro dal titolo “Auschwitz. Storia e memorie di rom e sinti durante la Seconda Guerra Mondiale”.
L’appuntamento si aprirà con i saluti istituzionali di Olivia Guaraldo, delegata al Public engagement, seguiti dall’introduzione a cura di Stefania Pontrandolfo, docente di ateneo di Discipline demo-etnoantropologiche. L’evento proseguirà con gli interventi “Attraversare Auschwitz. Conoscere e riconoscere la storia” a cura di Luca Bravi dell’università di Firenze, e “Attraversare Auschwitz. Sinti e rom: le voci del presente, le radici del Passato” di Eva Rizzin del centro di ricerche etnografiche e di antropologia applicata “Francesca Cappelletto” dell’università di Verona. L’incontro si chiuderà con la presentazione del libro “Attraversare Auschwitz. Storie di rom e sinti: identità, memorie, antiziganismo” di Eva Rizzin, con Roberto Bortone dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali – UNAR, Presidenza del Consiglio dei ministri.