Come da programma è partito nei giardini di Piazza Bra l’intervento di sostituizone di tre alberi che non hanno superato la perizia di stabilità. Si tratta di un abete, una picea e un cedro datato. Le prove di trazione e tomografia della sezione del loro fusto alla base avevano infatti immortalato le precarie condizioni di tenuta. Così il accordo con la soprintendenza, essendo i giardini protetti da vincolo monumentale, si è potuto procede con le operazioni di sostituzione dei tre alberi. Ora l’abete e la picea saranno sostituiti con due esmplari di Ginko Biloba. Al posto del cedro invece è prevista la piantumazione di un Celtis Australis. I nuovi alberi sono già stati acquistati dall’Amia.
“Abbattere una pianta è sempre un dispiacere ma la pubblica sicurezza è una priorità – aveva spiegato il presidente di Amia Roberto Bechis -. Le indagini di stabilità sul patrimonio arboreo cittadino da parte del personale qualificato dell’Amia è continuo e costante. È in corso in questo periodo, tra gli altri, uno screening sulle alberature presenti nei cortili degli istituti scolastici. Nei giardini della Bra, tutte le piante – insieme ad altre circa 4mila alberi cittadini – erano state oggetto di un’indagine speditiva da parte di un Dottore Forestale circa tre anni fa. All’epoca, era emersa la necessità di specifiche potature, poi regolarmente eseguite, su altri esemplari”.
Sulla vicenda sono intervenuti il consigliere della Lega Nicolò Zavarise e l’ex vicesindaco Luca Zanotto. Nel mirino l’attuale assessore FEderico Benini, che secondo Zavarise e Zanotto “è caduto dalla propria nuvoletta ideologica per atterrare finalmente nella vita reale”.
I due amministratori ricordano che Benini “era proprio colui che fino a qualche anno fa si legava fisicamente agli alberi che per le stesse identiche cause venivano rimossi dalla scorsa amministrazione; e la stessa giunta cui appartiene l’assessore Benini ha proseguito con l’abbattimento degli alberi per la realizzazione del filobus. Ecco quindi come così repentinamente quando si diventa amministratori si scopre di dover fare i conti con la realtà: l’incolumità delle persone, che potrebbero correre rischi a causa del crollo improvviso di piante dichiarate instabili, vale certamente di più di quell’ideologia ambientalista”.