Provincia, parla il nuovo presidente. Piena sintonia con Tommasi. Pasini: “Così rilancio la Provincia”. Trasporto extraurbano da migliorare, nuovo polo scolastico a Verona: ecco le priorità
Per lui entrare in Provincia, prendere contatto con uffici e dirigenti è stato come il primo giorno di scuola. Ma Flavio Pasini, nuovo presidente dellAmministrazione provinciale, candidato unico eletto con un ampio consenso da centrodestra e centrosinistra (non la Sinistra), esponente della Lega e sindaco di Nogara, successore di Manuel Scalzotto, ha ben chiaro come rilanciare un ente che potrebbe, se va in porto la riforma del Governo,riprendersi le antiche deleghe e tornare protagonista nel panorama politico. Anche perché dopo la riforma Delrio che voleva far scomparire le Province, non è che le Regioni siano riuscite a sopperire più di tanto alla loro assenza. Di ente di programmazione su area vasta c’è sempre più necessità. Pasini lo sa bene.
Da dove comincerà presidente?
Le priorità sul tavolo sono molte e tutte di grande rilievo. Partiamo da filobus e trasporti, poi c’è l’edilizia scolastica in primo piano,un eventuale nuovo polo scolastico da individuare a Verona insieme con il Comune, nuove strade e viabilità da sistemare, assunzioni di nuovo personale, l’emergenza ambiente con il problema dello smog e la mobilità ciclistica da potenziare, i fondi del Pnrr da ottenere con progetti adeguati.
Partiamo dai trasporti con Atv e dal filobus…
A breve avrò un incontro con i vertici di Atv, perché hanno presentato la richiesta di rivedere il contratto per continuare il servizio extraurbano: visti i costi nettamente cresciuti, Atv ha necessità di risorse. Però…
Però presidente?
C’è anche una esigenza di riorganizzare il trasporto extraurbano, migliorandolo sia per i pendolari che per gli studenti. E c’è una flotta di mezzi troppo vecchia che va rinnovata, oltre a un problema di personale che scarseggia.
Filobus?
Siamo in contatto con il Comune, aspettiamo la data del Cipess e poi parleremo con il Comune. La convergenza sul mio nome e sul programma sicuramente facilita il dialogo e il confronto con Palazzo Barbieri, con cui siamo in sintonia.
Per esempio sul futuro polo scolastico di Verona, no?
Qui c’è da lavorare su vari livelli. Ho parlato con i nostri uffici tecnici provinciali e voglio andare a visionare gli immobli di nostra proprietà, capire su quali vale la pena investire per la manutenzione e renderli più efficienti e quali invece sono dismessi e si possono vendere. Così per gli edifici scolastici. Vale la pena ristrutturare, mettere pannelli fotovoltaici, migliorarli dal punto di vista energetico o qualche scuola è meglio venderla e costruire un edificio nuovo che costa meno? E le scuole le teniamo tutte in centro città o le portiamo fuori creando un polo scolastico a Verona sud dove far confluire gli autobus e liberare il centro città da un ingolfamento quotidiano? E’ un tema sul quale ci confronteremo con il sindaco Tommasi, la convergenza sul programma favorisce l’apertura di un tavolo per lavorare assieme.
Personale carente e deleghe ai consiglieri provinciali, altri due nodi…
Il personale è sottodimensionato, dimezzato, faremo un bando per 30 assunzioni. Le Guardie provinciali per sempio, sono solo 15, dovrebbero essere il doppio. Per le deleghe, devo parlare con i consiglieri, ad alcuni saranno confermate, ad altri vedremo. E teniamo presente che in autunno ci sarà il voto per il loro rinnovo, quindi ci sarà un nuovo riassetto.
Altra priorità, le strade e la viabilità…
Voglio subito incontrare i singoli sindaci, andare nei loro paesi e con loro recarmi sui posti più critici, da Villafranca, dove abbiamo un impegno di spesa di 7 milioni per la nuova circonvallazione alla Sp10. E poi dobbiamo sistemare i ponti per garantire la viabilità.
Ambiente, ciclabilità e Pnrr: è tutto collegato…
L’emergenza smog ci impone un importante lavoro per migliorare l’aria che respiriamo e di questo parleremo nel tavolo tecnico zonale. Di conseguenza va completata la rete ciclabile mettendo in ordine il livello regionale con quello territoriale, affinché la rete sia collegata ed efficace. Per questo ci servirà prendere tutti i fondi possibili del Pnrr; per fortuna abbiamo bravi dirigenti e tecnici che faciliteranno questo compito e potremo raggiungere i nostri obiettivi.
Tutto questo con un occhio alle riforme…
La Provincia così com’è non durerà a lungo. Tornerà ente di primo livello, con le sue deleghe. Noi anticipiamo il potenziamento per farci trovare preparati.
Grido d’allarme del presidente dell’azienda trasporti: “Atv non ce la fa più, serve un aumento’’. Bettarello: “Ticket a 1,5 euro; risorse dalla Provincia o mezza flotta si ferma per vecchiaia”
E proprio il trasporto extraurbano è uno dei primi dossier più scottanti sul tavolo del nuovo presidente della Provincia. Atv chiede l’adeguamento dei contributi e delle tariffe, fermi da 10 anni. “Da un decennio garantiamo il servizio sempre con proroghe del contratto di un anno o di sei mesi, adesso ci hanno chiesto una nuova proroga di un anno a condizioni invariate. Ma non ci stiamo più dentro con i conti, non possiamo andare avanti così”.
Il presidente Bettarello ha inviato un lungo elenco di rincari, a cominciare dal gasolio: “Solo per il carburante, che sarà il vero problema del 2023 per i costi di raffinazione del gasolio in tempo di guerra , rispetto al 2019 spendiamo 6 milioni di euro in più. Nè le tariffe nè i contributi sono stati adeguati all’inflazione”.
Cosa significherebbe in termini di costi per il cittadino? “Noi chiediamo di adeguare le tariffe, ormai il biglietto a 1,30 c’è solo a Verona, le altre città venete lo hanno già portato a 1 euro e mezzo. Inoltre gli abbonamenti vanno adeguati all’inflazione che è del 10%, quindi per un abbonamento urbano di Verona vuol dire un aumento di 2 euro al mese per il passeggero. Ma per noi questi adeguamenti farebbero arrivare in cassa un milione e mezzo di euro, risorse che consentirebbero una boccata d’ossigeno sia per la spesa corrente sia per gli investimenti e l’acquisto di nuovi autobus”.
Il problema principale è proprio questo, come sottolineato anche dal presidente della Provincia Pasini: la flotta di Atv per l’extraurbano è obsoleta, mezzi vecchissimi, inquinanti, propensi a rotture meccaniche per usura e vetustà. “Abbiamo chiesto al presidente Pasini”, prosegue Bettarello, “un incontro urgente per un tavolo di confronto al fine di rivedere le regole di ingaggio, perché l’alternativa è un taglio del servizio, ma non si può pensare di procedere in questo modo”.
“Lo sappiamo bene”, prosegue Bettarello, “che la flotta dei bus è vecchia, devastata, ma nessuno ha messo un euro per comperare nuovi mezzi, nonostante la Provincia abbia chiuso con 100 milioni di utili. E la Regione Veneto rispetto ad altre Regioni non prevede praticamente contributi se non nel periodo del Covid. Se si adeguasse ad altre Regioni, dovrebbe investire 100 milioni l’anno per il trasporto pubblico, in dieci anni non l’ha mai fatto e infatti il parco mezzi del Veneto è vecchissimo. Ma la Regione avrebbe dovuto tirar fuori un miliardo nell’ultimo decennio”.
Dverso il comportamento dei Comuni. “Verona con i sindaci Tosi e Sboarina ha investito 18 milioni di euro per i nuovi mezzi di Atv, mentre per l’extraurbano se la legge rimane questa a fine anno dovremo fermare il 50% dei mezzi che utilizziamo perché troppo obsoleti. Se non ci sarà una proroga dal Governo, noi fermeremo mezza flotta. Come potremo garantire il servizio?”.
E se anche arrivassero adesso le risorse?
“Faremmo fatica a stare nei tempi per acquistarli e metterli in esercizio entro l’anno. Ma come si può chiedere ad Atv di proseguire il servizio mantenendo le condizioni invariate?”.
Proposte?
“Almeno due, se ci ascoltassero. La prima è rivolta alla Regione: come hanno fatto Lombardia ed Emilia Romagna, va creata una Agenzia per il trasporto pubblico che riceva i contributi da Roma. L’Agenzia a differenza di Regione e Comuni, scarica e recupera l’Iva che significa oggi un costo per gli enti pubblici di 1,7 milioni a testa, per un totale di 3,5 milioni. Con l’Agenzia, tolti 500 mila euro di costi, resterebbero 3 milioni da investire invece che buttarli nell’Iva. La seconda proposta l’abbiamo fatta al Comune di Verona: vogliamo l’impianto di Ca’ del Bue per il biogas e alimentare a prezzo certo il nostro parco mezzi”.