In tutta Italia scatterà il coprifuoco alle 21 (o alle 22, come s’è visto). Da quel momento tutte le attività commerciali dovranno essere chiuse e non si potrà uscire dalla propria abitazione se non per «comprovate esigenze», dunque motivi di lavoro, di salute o di urgenza. Per farlo bisognerà avere il modulo di autocertificazione, come durante il lockdown della scorsa primavera.
Trasporti, la capienza sui mezzi scende al 50%
Il Dpcm prevederà un massimo di capienza per il trasporto pubblico al 50 % invece che all’80 % come è attualmente. Una misura che segue le indicazioni del Comitato tecnico scientifico, da tempo favorevole a una riduzione dei posti su autobus, metropolitane e treni regionali ritenuti uno dei vettori principali di contagio da Covid 19. Sui mezzi pubblici è obbligatorio indossare la mascherina e mantenere il distanziamento sia per chi sta in piedi, sia per i posti a sedere. Rimane al 50 % anche la capienza sui treni dell’alta velocità.
Bar e ristoranti, stretta nel weekend per cibo e shopping
Bar e ristoranti rimangono aperti fino alle 18, ma i ristoranti dovranno essere chiusi la domenica a pranzo. Sarà invece consentito vendere cibi da asporto, che però non potranno essere consumati all’aperto e la consegna a domicilio di cibi e bevande. Rimane la regola che non si potrà stare al tavolo in più di 4 persone e per i bar non sarà consentito rimanere all’interno oltre il tempo necessario alla consumazione, a meno che non si stia seduti al tavolo . Nel fine settimana e nei giorni festivi saranno chiusi anche i centri commerciali. All’interno delle grandi strutture potranno rimanere aperti soltanto i negozi che vendono generi alimentari, le farmacie, le parafarmacie e i tabaccai. Sarà sempre obbligatorio indossare la mascherina.
Scuola, didattica a distanza ancora più estesa
Ci sono voluti giorni e giorni di discussioni e anche di tra le Regioni e il governo, per mettere un punto (quasi) fermo sulla questione scuola. La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina si è trovata pressoché sola a difendere le lezioni in presenza, sostenuta solo dalla ministra renziana di Italia viva, Teresa Bellanova. Anche Giuseppe Conte era partito determinato a difendere la scuola a ogni costo, ma lunedì alla Camera il premier ha dato il via libera alla soluzione preferita dai presidenti delle Regioni per alleggerire gli assembramenti sui bus: «Prevediamo la possibilità che le scuole secondarie di secondo grado possano passare anche integralmente alla didattica a distanza, sperando che questa sia una misura ben temporanea».
Chiusi musei e mostre
«Chiudiamo musei e mostre, anche nelle Regioni dove il pericolo di contagio è meno insistito». Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte lo annuncia al mattino e sottolinea il rammarico del governo: «Per fermare il contagio bisogna limitare i contatti tra le persone».
Sempre con l’obiettivo di scongiurare gli assembramenti nei locali, il Dpcm chiuderà anche i corner di bar e tabaccherie dedicati a giochi e scommesse. «La pandemia corre inesorabilmente — si è quasi giustificato il capo del governo — ci costringe ad adottare nuove misure restrittive».