Trasformare le diversità in fonti di arricchimento L’associazione Anffas è nata nel 1958 per iniziativa di un gruppo di genitori di ragazzi con problemi di disabilità intellettiva e relazionale

Costruire un mondo di diritti e inclusione per persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, e per le loro famiglie. ANFFAS si impegna a rompere le catene dell’esclusione, trasformando le diversità in fonti di arricchimento e crescita. L’obiettivo? Costruire una realtà in cui ogni individuo possa godere appieno dei propri diritti e contribuire pienamente alla società.
Eles Belfontali, Presidente Anffas Verona Aps, ci racconta questa libera associazione di volontariato, nata nel 1958 per iniziativa di un gruppo di genitori di ragazzi con problemi di disabilità intellettiva e relazionale. È diffusa in tutto il territorio nazionale con 184 associazioni locali e 16 coordinamenti regionali. La sede nazionale di Roma e coordina le Sedi locali che contano complessivamente 23000 famiglie. La sede ANFFAS di Verona opera in città e provincia da quarant’anni, seguendo circa 150 famiglie associate, e quanti altri ne chiedano il patrocinio.
Come è nata la vostra realtà?
Maria Luisa Ubershag Menogotto, una mamma attorno alla quale si sono radunati un gruppo di genitori di ragazzi con disabilità intellettive, ha fondato Anffas a Roma il 28 marzo 1958. All’epoca, le persone con disabilità, soprattutto se intellettive, e le loro famiglie vivevano in una situazione drammatica, circondate da un clima di ghettizzazione e compatimento. Erano quasi esclusivamente fruitori di frammentarie iniziative di carità, lasciate sostanzialmente sole e prive di supporti e opportunità. Molte di loro, emarginate dalla scuola, dal lavoro e dalla società, erano destinate a condurre una triste e poco dignitosa esistenza, spesso segregate in grandi istituti psichiatrici.
Come è intervenuta l’iniziativa di Maria Luisa Menegotto in questo scenario?
La lotta contro una società fortemente connotata da pregiudizi verso le persone con disabilità e i loro familiari è stata scelta da Maria Luisa Menegotto insieme ad altri genitori. Queste persone erano spesso considerate un motivo di vergogna o come frutto di colpa e castigo divino, da nascondere in casa o segregare in luoghi terribili. Si trattava di una società restia ai cambiamenti, come quelli che le coraggiose e lungimiranti famiglie, che avevano costituito la prima associazione italiana di famiglie di persone con disabilità, tentavano di promuovere. Anffas non ha mai perso la volontà di andare avanti senza mai scoraggiarsi, nonostante le difficoltà che in parte sono ancora attuali oggi.

Il progetto di un laboratorio d’arte

Come è evoluta negli anni successivi l’Associazione?
Ad un ritmo costante, negli anni successivi, l’Associazione crescerà e si diffonderà capillarmente sull’intero territorio nazionale con proprie sezioni territoriali. Ad oggi, Anffas sostiene oltre 30.000 persone con disabilità e le loro famiglie, contando oltre 14.000 soci raccolti in 169 associazioni locali, 16 associazioni/coordinamenti regionali e 45 enti autonomi marchiati Anffas in tutta l’Italia.
Qual è la mission dell’associazione?
Anffas si impegna per creare un mondo in cui i diritti delle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, insieme alle loro famiglie, siano rispettati e pienamente applicati. Questo mondo abbraccia la diversità come fonte di crescita, nella consapevolezza che le persone con disabilità sono agenti attivi della propria vita e vengono accettate come parte integrante dell’umanità. Si riconosce che la disabilità è il risultato dell’interazione tra le persone e le barriere ambientali ed attitudinali, e si promuove un approccio che protegga i diritti umani di tutte le persone con disabilità, senza gravare interamente sulle loro famiglie. In questo mondo, non c’è spazio per la discriminazione basata sulla disabilità, e i servizi offerti mirano al potenziamento delle abilità e all’inclusione sociale, rispettando il diritto all’autodeterminazione delle persone con disabilità.
Su quale territorio operate?
Principalmente a Verona. Di fatto, siamo la sezione locale di ANFFAS nazionale.
Mi racconta una “storia virtuosa” sorta grazie al contributo della vostra realtà?
Da anni, Anffas Verona ha un gruppo giovanile che cura le attività di tempo libero del sabato pomeriggio. Si occupano anche delle vacanze “invernale ed estiva”. Si tratta di ragazzi che vanno dai 18 ai 30 anni. Sono amici che stanno assieme ad altri amici. Nel passato questi giovani provenivano da famiglie in cui i genitori, a loro volta, erano stati volontari Anffas. Adesso i volontari provengono dal mondo della scuola o da amicizie dei volontari.
Avete progetti in cantiere?
Un laboratorio d’Arte. Giocare, scoprire, sperimentare, esprimersi attraverso l’arte e la cultura e comunicare con il mondo che ci circonda. Un percorso non solo terapeutico, ma altresì formativo e ricreativo, in grado di dare ai partecipanti la possibilità di raccontarsi con l’arte, di divertirsi e socializzare. Vogliamo recuperare ragazzi/e diversamente abili adulti che per età vengono lasciati in disparte.
Di quale supporto avete bisogno?
Ci serve un aiuto per raccogliere fondi da destinare all’acquisto di un pulmino a 7/9 posti. I nostri due mezzi sono datati e hanno parecchi km. I nostri due mezzi vengono principalmente utilizzati per le attività del sabato pomeriggio. Tutti i sabati e tutto l’anno. Un gruppo di giovani volontari organizza attività di tempo libero per i ragazzi iscritti all’Anffas Verona. Vengono anche utilizzati per la vacanza invernale e la vacanza estiva.
Cosa vi augurate per il futuro della nostra realtà?
Ci auguriamo di accompagnare sempre i nostri ragazzi.
Stefania Tessari
puntata numero 33