Per spingere verso la transizione energetica i Comuni hanno bisogno di procedure semplici e certe e una semplificazione reale per attuare un concreto cambio di passo. E’ questa in sintesi la richiesta formulata dall’assessore all’Ambiente e Transizione ecologica Tommaso Ferrari che, in rappresentanza dell’ANCI, ha partecipato all’audizione alla Commissione Ambiente della Camera sullo schema di Decreto legislativo recante disciplina dei regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili. A rappresentare ANCI oltre all’assessore Ferrari c’era il Sindaco di Ferla (SR) Michelangelo Giansiracusa. Entrambi hanno ribadito l’importanza di un testo unico sulle rinnovabili data l’intensa attività normativa che sul settore da anni ha generato un corpo normativo incoerente, complesso, non coordinato e spesso confuso. Sebbene la delega della norma primaria sia solo sui procedimenti autorizzatori, ANCI auspica un riferimento integrato e completo, che comprenda elementi direttamente connessi alla mera installazione degli impianti e risolva criticità oggi evidenti anche rispetto a molte misure PNRR. “Noi amministratori locali abbiamo bisogno di semplicità e certezza per poter operare al meglio, ma ciò che stiamo vedendo con il nuovo decreto sembra complicare più che semplificare. Invece di alleggerire i processi, stiamo andando verso una maggiore complessità, e questo rappresenta un serio problema” ha detto l’assessore Ferrari in collegamento con le Commissioni riunite. La nostra priorità è garantire procedure semplici e certe, e il nuovo Decreto rischia di essere una grandissima occasione persa. Serve una semplificazione reale, per affrontare seriamente la crisi climatica in corso”. “L’Anci ha sottolineato più volte la necessità di una legge quadro sul tema della transizione energetica e della sostenibilità che tenga conto di tutte le questioni ancora aperte afferenti ai territori” ha ribadito Giansiracusa. “Il provvedimento – ha proseguito – sembra non tener conto delle misure compensative ai Comuni per i grandi impianti che invece dovrebbero essere già previste nel testo con indicazioni di carattere generale, ad esempio stabilire un minimo del 3 percento o un massimo del 5 percento in base alla tipologia dell’impianto. Le misure compensative sono importanti per dare l’opportunità alle amministrazioni locali di fare atterrare progetti che possono sembrare impattanti per il territorio ma che rivestono grande significato per la nostra autonomia energetica, consentendo l’accettazione della comunità a fronte di benefici concreti, ad esempio di servizi efficienti, ecco perché devono essere compensazioni monetarie”.