Il 2 febbraio 2007 il calcio italiano si tinse di nero. Sono ormai trascorsi 15 lunghi anni dal tragico derby tra Catania e Palermo valido per la 22esima giornata di Serie A. Lo spettacolo sportivo si è inesorabilmente piegato innanzi ad un tragico episodio: la morte di Filippo Raciti, agente del reparto mobile della Questura di Catania che ha dovuto lasciare anzitempo la moglie e due figli in tenera età.
All’esterno dello stadio si consumò una delle più grandi tragedie del calcio italiano. Nei dintorni del Massimino infatti, scoppiarono diversi tafferugli che videro i tifosi palermitani essere assaliti da quelli catanesi. Le forze dell’ordine furono costrette a lanciare i lacrimogeni per cercare di riappacificare le due fazioni e questo portò all’interruzione della partita per oltre 40 minuti a causa di un’aria divenuta irrespirabile.
I tifosi si riversarono tutti all’esterno dello stadio e le forze dell’ordine si scontrarono duramente con gli ultras catanesi; Filippo Raciti fu colpito al fegato da un corpo contundente e morì all’ospedale di Catania.
LE RIPERCUSSIONI. La morte di Raciti sconvolse l’opinione pubblica oltre all’intero mondo del calcio e i commenti furono molteplici. Luca Pancalli, commissario ordinario della Federcalcio, dispose il blocco immediato di tutti i campionati, dalla Serie A fino al calcio dilettantistico.
Impresse nella mente di tutti gli italiani furono le parole di Pancalli: “Senza misure drastiche non si riparte. Il campionato si ferma fino a tempo indeterminato”. Lo sport dovette fermarsi in seguito a uno degli episodi più eclatanti di violenza negli stadi.
ATTUALITÀ . Oggigiorno risulta complicato dichiarare fermamente che la violenza negli stadi sia un fenomeno superato.
Senza ombra di dubbio, salvo qualche drammatico episodio, l’Italia è cresciuta molto dal punto di vista culturale. L’avvento di nuove tecnologie in grado di riconoscere immediatamente i volti di coloro che non si comportano in maniera consona all’interno degli stadi ha favorito la riduzione di episodi drammatici.
Lo sport è fonte di gioia, una partita di calcio è un contenitore di emozioni, passioni ed entusiasmo che non dovrebbe tollerare l’inciviltà e la violenza. Quindi, proprio perché l’incasso derivante dal ticketing rappresenta un asset fondamentale per le società, queste ultime hanno il dovere di sensibilizzare e promuovere comportamenti etici e rispettosi, impegnandosi sempre di più dal punto di vista sociale.