Traforo, ultimo appello. Un anello da completare Una ventina di sindaci di tutto lo schieramento politico scendono in campo a favore del passante stradale sotto le Torricelle. Da Bosco a Negrar, da Grezzana a San Pietro in Cariano una sola richiesta: “Riprendere il progetto”. Ma serve il Pnrr

Ecco il fronte dei sindaci, “Traforo indispensabile”

Da Grezzana a Negrar, da San Pietro in Cariano a Bosco, una ventina di primi cittadini chiedono il collegamento stradale est-ovest

Il Traforo delle Torricelle non va più visto come un’opera urbana limitata alla città di Verona, ma come un’opera di sistema per il territorio provinciale, indispensabile per dare respiro a molti territori comunali assediati dal traffico e con i quali è necessario condividere il progetto per evitare di scaricare migliaia di auto in casa di qualche altro sindaco.
Per questo una ventina di sindaci politicamente trasversali, dai civici a Fdi, dalla Lega al centrosinistra, si sono ritrovati oggi pomeriggio nella Sala Rossa della Provincia per lanciare un appello quasi disperato: riprendiamo in mano il progetto del Traforo, qualunque esso sia, ma per favore chiudiamo l’anello stradale attorno alla città perché così non si vive più. I comprensori della Valpantena, della Lessinia e della Valpolicella si uniscono quindi per sollecitare Provincia e Regione a riprendere lo sviluppo di questa strada “indispensabile per programmare il futuro dei nostri territori”, dice il sindaco di Grezzana Arturo Alberti. “Abbiamo fatto enormi sforzi per portare industrie e turismo nei nostri Comuni e ora vogliamo buttare via tutto? Che senso ha parlare di città metropolitana se poi non diamo strade e servizi?”. Non si contesta la scelta dell’amministrazione Tommasi di privilegiare le strade a sud di Verona “ma se la zona sud è intasata”, osserva Alberti, “è anche perché noi da est per andare a nord e a ovest dobbiamo fare 20 chilometri in più di tangenziale sud. Dobbiamo fare tre quarti di un anello perché ne manca un quarto. Con il Traforo ci sarebbe anche meno traffico nella zona sud”. Da est a ovest: anche il sindaco di Negrar Grison chiede il collegamento sotto le Torricelle. “Però è necessario che l’opera stradale arrivi a collegarsi con il casello dell’A22 altrimenti se si ferma a Parona ci riversa nuovo traffico in Valpolicella e ne abbiamo già tanto da smaltire. Se invece la strada arrivasse verso l’A22 potremmo dirottare lì anche parte della viabilità della Valpolicella che scende verso la città”.
Per Claudio Melotti, sindaco di Boscochiesanuova, “è una questione di visione complessiva della nostra provincia”.

Per il Traforo serve il Pnrr, una sfida tra Provincia, Regione e Governo

Come Lombardia ed Emilia Romagna hanno chiesto aiuto per completare la Ti-Bre, così Verona può interpellare il ministero di Salvini per inserire l’opera nel Piano di ripresa

La scelta del Comune di Verona di spostare i 54 milioni dell’autostrada Serenissima dal traforo alla strada di gronda per la Marangona non è criticata apertamente “ma ci preoccupa molto”, spiega Alberti, “perché per esempio è un problema per la Lessinia e la Valpantena arrivare all’ospedale di Borgo Trento, che è il più vicino. Inoltre con la filovia in via Mameli ci saranno solo due corsie per il traffico. Dove si passerà? Ecco, quindi prima di abbandonare il progetto, la discussione politica va ripresa”.
E anche il sindaco di San Pietro Incariano Gerardo Zantedeschi si schiera per il Traforo e sulla stessa linea di Grison nonostante la diversa appartenenza politica: “Per noi la tangenziale si è rivelata un’opera lungimirante per lo sviluppo della nostra economia vitivinicola e non solo. Per questo diciamo che serve il collegamento est-ovest che non deve fermarsi a Parona per non intasare la Valpolicella ma deve arrivare all’A22. E lo studio va fatto tutti insieme”.
Il problema economico, concludono i sindaci, non esiste: se serve si fa e si trovano le risorse.
Già ma come si può riprendere questo progetto? Chi ha le risorse per progettarlo e realizzarlo?
Come si diceva prima, deve essere sovracomunale. L’esempio arriva da quanto fatto dalle Regioni Lombardia ed Emilia Romagna per lo sviluppo della Ti-Bre il raccordo Tirreno-Brennero di cui si parla da decenni. Da Parma-Fontevivo (svincolo della Cisa) è stato realizzato un tratto di pochi chilometri per non perdere la concessione, ma l’autostrada dovrebbe sbucare a Nogarole Rocca. La nuova proposta avanzata al Governo per rilanciare la costruzione della bretella è che si colleghi all’A22 più a sud, a Pegognaga. Si vedrà.
Ma l’iter può essere lo stesso. Vale a dire che dovrebbero essere la Regione Veneto con il governatore Luca Zaia e la Provincia di Verona a segnalare al Ministero delle infrastrutture la necessità urgente di questo Passante sotto le Torricelle. A quel punto il ministro Salvini, che assicura di ascoltare sempre le richieste dei territori, potrebbe inserirlo tra i progetti da finanziare con il Pnrr in quanto l’opera viene ritenuta indispensabile per il territorio provinciale.
Difficile altrimenti trovare altre strade finanziarie, se non quella di affidarsi alle due autostrade, A4 Holding e A22 affinché progettino e realizzino un collegamento a pedaggio tra Verona est e il casello di Verona nord che passi sotto le Torricelle. Ma i tempi sono cambiati e inoltre la A4 è pure in scadenza. E la Regione è impegnata a evitare il flop della Pedemontana e soprattutto a completarla.
Non resta che l’ipotesi di far rientrare il Traforo tra le opere del Pnrr. Ma qui entra in campo il peso politico di Verona a Roma. Vedremo…