“Già un paio di mesi fa avevamo segnalato i problemi di patrimonializzazione di Nagejda, società bulgara che ha prestato l’ultima fidejussione del traforo, per i quali le autorità di quel Paese avevano richiesto “l’adozione delle opportune misure di risanamento”. Ebbene, in questi giorni l’Istituto italiano di vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) ha reso noto che l’autorità di vigilanza bulgara ha rigettato il piano di risanamento presentato dalla Nadejda in quanto “non adeguato ai requisiti patrimoniali richiesti dalla normativa comunitaria”.“Pare proprio di capire che la fidejussione stipulata con la società bulgara sia irricevibile per difetto dei requisiti patrimoniali della società stessa” commentano Michele Bertucco, candidato a Sindaco di Verona e Alberto Sperotto, candidato al consiglio comunale per Verona in Comune.“E’ grave che il sindaco, anche dopo le nostre segnalazioni sulle difficoltà di Nadejda, abbia continuato a sostenere che quella fidejussione fosse sufficiente a garantire a Technital e all’Ati aggiudicataria del Traforo il diritto a vedersi rinnovato l’ennesimo ultimatum. Non contento, il Sindaco è arrivato addirittura a scaricare i suoi dirigenti – che si erano già espressi per la decadenza della concessione. Speriamo -concludono- che finalmente nella nostra città la si finisca di parlare di Traforo a vanvera: di questo Traforo non è rimasto più nulla, se non i disegni che lo descrivono. L’unica preoccupazione dovrebbe essere di rendere effettiva l’escussione della fidejussione”.