Traforo al bivio Dopo l’appello di una ventina di sindaci a Regione e Provincia per non accantonare il progetto ecco la risposta delle istituzioni. De Berti: “Troppa confusione, va chiarito quale soluzione si vuole”. Pasini: “La Provincia è in campo, Verona non decida da sola”

Traforo, ma dove si va? Regione: “Fare chiarezza”, Provincia: “Noi ci siamo”

Una ventina di sindaci hanno chiesto di non abbandonare il progetto sotto le Torricelle per collegare l’est e l’ovest della provincia

Il Traforo sembra arrivato a un bivio. E deve scegliere da che parte andare. Ma lo devono dire i veronesi, sia i residenti in città che le amministrazioni comunali del capoluogo e dei paesi del territorio. Perché altrimenti si continua a chiacchierare nel caos.
La recente conferenza stampa che ha visto una ventina di sindaci della provincia riuniti insieme in modo trasversale per chiedere che non si accantoni l’idea di un traforo sotto le Torricelle per collegare l’est e l’ovest della provincia ha rilanciato in modo prepotente la mancanza del tratto nord dell’ anello stradale attorno alla città.
Una presa di posizione decisa dopo che il Comune di Verona ha scelto di utilizzare, di propria iniziativa senza consultare altri, i 54 milioni che la società autostradale A4 Holding conservava per le opere stradali di Verona, Traforo in primis, per realizzare la Strada di gronda a sud della città. Una strada che dovrebbe aiutare lo sviluppo dell’area della Marangon e collegarsai all’Alpo con la variante della statale 12.
Il fronte dei sindaci che sono tornati a chiedere il Traforo si sono appellati alla Provincia e alla Regione per sostenere l’esigenza di questa infrastruttura mentre il Comune di Verona ha ribadito che i progetti finora presentati per il Passante delle Torricelle non sono economicamente sostenibili. Nemmeno il traforino urbano studiato dalla amministrazione Sboarina che sarebbe costato 120-130 milioni di euro e che aveva bisogno di essere ancora completato e perfezionato soprattutto nelle uscite.
Perciò nel frattempo si potenziano le strade a sud della città per far scorrere meglio la viabilità. Incombe però il filobus che in via Mameli toglierà spazio alle auto. Serve una strada alternativa. Che si fa?

De Berti: Traforino o grande Passante? Senza l’ok di Verona non si va avanti

“I costi sarebbero difficilmente sostenibili nel caso di una superstrada fino all’A22” dice l’assessore alle infrastrutture. Rischio pedaggi alti. Soluzione urbana: ma senza camion serve?

Qui c’è un primo bivio. I sindaci che si sono ritrovati in Sala Rossa dell’Amministrazione provinciale l’altro giorno, da Grezzana a San Pietro Incariano, da Negrar a Bosco Chiesanuova, hanno necessità di una strada ad alto scorrimento che colleghi Verona est con Parona e il casello di Verona nord dell’A22. Di fatto un passante semi-autostradale.
Verona invece se vuole limitarsi a risolvere il problema di via Mameli, Teatro Romano e Veronetta, può puntare su un traforino con strada urbana da Poiano a Ca’ di Cozzi. Punto.
E’ chiaro che si tratta di due ipotesi completamente diverse dal punto di vista progettuale e assai differenti dal punto di vista del conto economico. Il primo costerebbe varie centinaia di milioni con un pedaggio anche consistente per cercare di rientrare dall’investimento; il secondo costerebbe molto meno ma essendo una strada urbana il transito sarebbe vietato ai mezzi pesanti.
“Il primo punto da chiarire è proprio questo”, afferma la vicepresidente della Regione Elisa De Berti, assessore a strade e infrastrutture del Veneto. “Premesso che come Regione non abbiamo competenza in questa partita veronese e non siamo mai stati interessati per il Traforo, va detto che il Pnrr al quale si appella qualcuno non prevede costruzione di nuove strade. Ma sul Traforo vedo solo tanta confusione: si vuole realizzare un’opera per la città o un sistema stradale per mezza provincia?”.
Il primo passo da fare, dunque, secondo De Berti “è mettere attorno a un tavolo tutti gli attori interessati e capire se c’è una volontà unanime su questo progetto e su quale progetto. Perché se poi si scopre che il Comune di Verona è contrario, come mi pare abbia già detto e fatto con scelte precise, vuol dire che dal territorio di Verona non si passa. E allora che si fa?”.
Il consiglio dunque “è quello di verificare fino in fondo la possibilità del traforino, corto, da 120-130 milioni con l’aiuto delle autostrade e un finanziamento; il pedaggio potrebbe essere molto ridotto. Ma ora che i 54 milioni dell’A4 non ci sono più è ancora percorribile questa strada? Se non ci passano i camion è utile?”. Altra cosa è ipotizzare una superstrada da Poiano fino all’A22: “Non era sostenibile finanziariamente il progetto presentato dall’allora sindaco Tosi che costava alla fine 450 milioni di euro, come si può pensare che sia sostenibile adesso che i costi sono cresciuti del 30 se non del 50 per cento? Vorrebbe dire applicare pedaggi altissimi, quindi con flussi di traffico penalizzati”. E la Regione ha già l’esperienza della Pedemontana che deve cercare di condurre in porto limitando i danni…. “Ecco, come prima cosa a Verona si dovrebbe far chiarezza su cosa si vuole”.

“Traforo, la Provincia è in campo”

Pasini: un tavolo per approfondire il tema. Stilettata a Tommasi: “Verona non decida da sola”

E proprio per fare un po’ di approfondimenti e chiarire le idee, il presidente della Provincia Flavio Pasini non ha dubbi: “Noi come Provincia sul Traforo ci siamo. Non ci tiriamo indietro ma vogliamo capire quale sia la soluzione migliore”.
Anche perché comunque vada, il filobus arriverà in via Mameli ben prima che sia pronta qualunque altra soluzione sotto le Torricelle. Il tempo corre.
“Dobbiamo aprire un tavolo sulla questione come Provincia. Attorno al tavolo ci vuole la politica e i sindaci e capire cosa si può fare. Mi sta bene la strada di gronda decisa dal Comune di Verona per la Marangona, ma Verona non può pensare di decidere tutto da sola senza tener conto delle esigenze dei Comuni attorno. Il capoluogo deve ascoltasre tutte le parti, non può agire da solo”.
La stilettata al sindaco Tommasi è partita: “Ho chiesto al sindaco più volte cosa si intenda fare sul passaggio a nord ma non ho avuto risposte definitive”.
Ma stiamo parlando “di un’opera che coinvolge tutto il territorio provinciale, per questo prima di distogliere i 54 milioni dell’A4 per la strada di gronda Verona avrebbe dovuto consultarsi. E’ vero che la città è soffocata dal traffico, però si devono mettere in campo proprio per questo dei progetti e delle infrastrutture che siano di ampio respiro”.
Lo farà la Provincia?
“Sicuramente sì. Non intendiamo far cadere il tema del Traforo, è una necessità per i nostri sindaci. Ma dobbiamo capire quali sono le strade percorribili e per questo aprirò un tavolo di consultazione per ascoltare le parti in causa. E capire come muoverci. Ripeto: noi ci siamo”.
Resta sempre il nodo dei finanziamenti: è vero che se si decide che l’opera serve le risorse si trovano come ha detto il sindaco di Grezzana Arturo Alberti, ma ci si dovrebbe affidare a un project financing con pedaggi e costi variabili. O i Comuni coinvolti fanno una colletta. Intanto ci vuole un progetto…