Nella conferenza dei capigruppo per dare un’accelerata ai lavori si è deciso di votare due volte al giorno e così dopo il quinto scrutinio che ha visto la prova di forza non andata a buon fine del Centrodestra bisognerà attendere il sesto scrutinio che si concluderà in nottata.
La decisione di scrivere sulle schede il nome della Casellati era stata presa dopo l’ennesimo vertice del Centrodestra. Per Salvini si è trattato di una scelta responsabile, ma a spingere su questa scelta era stata la Meloni con Fratelli d’Italia. Una maniera per ricompattarsi. Solo che l’esito sa molto di suicidio. La Casellati che nelle ore precedenti aveva messaggiato con tutti i suoi del Centrodestra chiedendo di essere votata si è fermata a 382 voti, ben sotto la soglia dei voti potenzialmente addebitati al Centrodestra.
A meno che non si tratti di un gioco delle parti si può ben dire che la seconda carica dello Stato è stata immolata sull’altare del calcolo partitico.
Il Centrosinistra dal canto suo, dopo aver detto per bocca di Enrico Letta di essersi sentito preso in giro da Salvini, non ha risposto alla prima chiama preferendo l’astensionismo di fatto anche per evitare che nel segreto dell’urna qualche voto finisse alla candidata Casellati.
Si tratterà di vedere ora dopo aver gridato contro la forzatura di Salvini se farà qualche nome o continuerà a parlare di metodo condiviso.
Astensione, ufficialmente, anche nel Movimento Cinquestelle che con Giuseppe Conte ha continuato a lavorare per cercare un nome che accontentasse tutti o almeno 505 grandi elettori.
Dopo questo balletto si torna alle caselle iniziali con Sergio Mattarella che avrebbe bisogno di 700 voti per regalare il bis, e con Mario Draghi che è ben visto dai governatori di Destra e di Sinistra, ma che non ha convinto i parlamentari. Aspettiamo con fiducia le prossime mosse.
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