Almeno 5300 posti di lavoro occasionali tra le vigne nella provincia veronese, 11mila in Veneto, potrebbero essere disponibili per la vendemmia alle porte con una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà. E’ quanto prevede Coldiretti Verona in base ai dati delle assunzioni relative all’anno scorso nel periodo di settembre dedicato ai lavori nei vigneti. In prevalenza si tratta di manodopera stagionale straniera (60%) e italiana per la restante parte. Dopo essere stato snobbato per decenni si registra infatti un crescente interesse degli italiani per il lavoro nelle campagne anche per la situazione di difficoltà in cui si trovano altri settori economici.
Dopo una rapida crescita iniziale nel tempo si è verificata una sostanziale stabilizzazione dei voucher venduti a livello nazionale dove la Coldiretti stima che nell’ultimo anno prima dell’abrogazione siano stati impiegati circa 1,3 milioni di voucher solo per la vendemmia, ora praticamente azzerati con l’entrata in vigore della nuova normativa. “L’Italia non può permettersi di perdere le grandi opportunità di lavoro che vengono da uno dei settori più dinamici dell’economia”, ha affermato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, sottolineando che il “Parlamento e il Governo hanno il dovere di ripensare ad uno strumento per il settore che semplifichi la burocrazia per l’impresa, sia agile e flessibile rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestiva disponibilità all’impiego e, dall’altra, generi opportunità di integrazione al reddito per giovani studenti, pensionati e cassa integrati”.