“Favola di New York, di Victor Lavalle (2017, Fazi editore).
“La storia non è un racconto narrato una volta per tutte , ma una serie di revisioni.” Il romanzo di Lavalle si colloca a metà strada tra fiaba e favola. Ambientato nell’America di Trump, questo racconto cupo e commovente al tempo stesso, racconta il coraggio richiesto per essere genitori ai giorni nostri fondendo fiaba e realtà.
Apollo Kagwa cresce con la madre Il padre lo ha abbandonato quando ancora era molto piccolo, lasciandogli soltanto una scatola di libri e un incubo ricorrente. Da grande Apollo si innamora della bibliotecaria Emma, insieme alla quale ha un figlio. Ma il piccolo Brian incrina presto l’equilibrio della coppia: nel fare i conti con gli incubi e i fantasmi del passato,
In un ritmo incalzante, Lavalle porta il lettore ad interrogarsi su quanto possano essere oscuri i segreti delle persone con cui viviamo e su come le relazioni umane siano destinate a mutare e ridiventare se stesse in un tempo nuovo. Ma in questo racconto nero, si ragiona anche sulla costruzione della felicità, giorno per giorno, qui e adesso, sui “danni” arrecati all’umanità da 4 semplici parole “vissero felici e contenti”. Perché in fondo, sarebbe più umano raccontare qualcosa di diverso e di più vero, qualcosa come “e cercarono di essere felici” o, come suggerisce Emma “e vissero felici, almeno per oggi”. G.T.