Ambiente, sicurezza, rapporti con le pubbliche amministrazioni. Tanti, come previsto dal decreto legislativo numero “231” del 20011, sono i rischi per le aziende. Di questo numeretto magico si è parlato al DB HOTEL VERONA, presenti il procuratore della Repubblica Angela Barbaglio, gli avvocati, esperti di diritto penale, Nicola Avanzi e Filippo Vicentini e il dottor Giancarlo Farina. Il Decreto legislativo “231”, lo ricordiamo, ha introdotto, indubbiamente, una rilevante novità nel nostro ordinamento, prevedendo una forma di responsabilità, definita amministrativa, ma equiparabile, a tutti gli effetti, a quella penale, a carico delle persone giuridiche, società o associazioni, anche prive di personalità giuridica (di seguito, anche, l’Ente e/o Enti), per i reati (o meglio per alcuni reati) commessi nell’interesse o a vantaggio dell’Ente, da soggetti legati all’Ente stesso da un rapporto funzionale. La responsabilità è equiparabile a quella penale, sia sotto il profilo della afflittività delle sanzioni, sia sotto il profilo delle garanzie per l’applicazione delle stesse. “La prima volta che ne ho sentito parlare”, ha esordito l’avvocato Avanzi nella sua premessa, “è stato quando, assistendo un’azienda-cliente che doveva vendere a una società tedesca, non ciè stato chiesto dai compratori arrivati dalla Germania il fatturato, ma se avevamo aderito al modello 231. Per dire che il provvedimento non è arrivato da Marte, ma era il frutto di un lungo processo normativo. Quello che ho lamentato è che nel catalogo dei reati non c’è la turbativa d’asta. Ho anche cercato di spiegare che quando ci sono delle contestazioni, normalmente l’imprenditore corre dal commercialista, che provvede a trasformazioni e fusioni, ma ho ricordato a tutti, che il problema non si elude”. Al termine del convegno, il presidente di Apima, Gianni Dalla Bernardina ha consegnato un omaggio floreale al neo procuratore Angela Barbaglio.