“Io e il mio gruppo politico siamo vicini all’Ucraina, lo siamo da sempre. In queste ore drammatiche ci piange il cuore. La maggioranza Sboarina invece nel 2018 in nome del filo-putinismo all’amatriciana revocò la cittadinanza all’allora premier ucraino Poroshenko, che io da Sindaco gli avevo conferito orgogliosamente nel 2016 perché si era dimostrato amico di Verona (come si era dimostrata amica della nostra città l’Ucraina) contribuendo a ritrovare le opere d’arte trafugate a Castelvecchio. Quella revoca della cittadinanza a Poroshenko fu un’onta di Sboarina & C. contro l’Ucraina, ma anche contro Verona, da sempre città che è per la democrazia e per la libertà, valori irrinunciabili”.
A dirlo Flavio Tosi, che ricorda quel voto del Consiglio comunale targato Sboarina del 20 settembre 2018: “La revoca della cittadinanza a Poroshenko – ricorda Tosi – fu giustificata da una presunta violazione dei diritti dei cittadini ucraini di etnia russa del Donbass. Quel voto, ispirato dal filo-putiniano Comencini, invece fu palesemente una presa di posizione dell’Amministrazione Sboarina contro l’Ucraina e a favore Putin. Noi la denunciammo già allora, ma a rivederla con gli occhi di oggi, dopo l’aggressione russa in Ucraina, quella presa di posizione fa ancora più orrore”. Tosi ora addita il Sindaco Sboarina e i suoi di opportunismo: “Oggi gli sboariniani stanno facendo un clamoroso e sospetto salto della quaglia: gente da sempre filo Putin, che adesso sgomita in prima fila per solidarizzare con l’Ucraina. Una conversione spinta dall’opportunismo, per nulla credibile. Addirittura ora il capro espiatorio è diventato il Consigliere regionale Valdegamberi, che pur avendo una posizione che noi non condividiamo assolutamente, quantomeno è coerente e non ha la coda di paglia”.
Tosi conclude: “Pochi mesi dopo la revoca della cittadinanza a Poroshenko, Sboarina partecipò al Congresso mondiale della Famiglia qui a Verona. Congresso, secondo diverse inchieste giornalistiche di autorevoli testate, finanziato anche da oligarchi della Russia di Putin. Ora con quale credibilità il Sindaco può solidarizzare con l’Ucraina?”.