Forse invidioso del fatto che sui giornali non si parla d’altro che di calciomercato e passaggi di grandi stelle da un club all’altro, Flavio Tosi con Forza Italia ha lanciato una vera e propria campagna acquisti che punta da un lato a svuotare la Lega, sua amica/nemica dopo esserne stato segretario, assessore regionale, sindaco fino alla cacciata decisa da Salvini, dall’altro a rafforzare il partito berlusconiano che dopo la scomparsa di Silvio rischia di indebolirsi sul territorio.
Tosi va controcorrente e punta a portare in Forza Italia gli scontenti della Lega che in Veneto non sono pochi. Da coordinatore regionale degli azzurri, prima di tutto Tosi ha professato fedeltà assoluta a Marina Berlusconi, figlia di Silvio che prenderà di fatto in mano la situazione finanziaria e politica della casata. Dopo l’intervista della figlia di Berlusconi al Giornale, Tosi ha chiosato: “Marina ha ragione, contro suo padre c’è l’accanimento delle toghe rosse anche dopo il trapasso. Un comportamento miserabile, è urgente la riforma della Giustizia”.
Con la piena fiducia e pieno mandato di Marina e del segretario nazionale Tajani, l’ex sindaco che è riconosciuto da tutti, avversari politici compresi, come “una macchina da guerra” ha aperto le danze in vista delle elezioni regionali del prossimo anno.
Primo acquisto, già completato: Francesca Da Villa, veneziana, già assessore al Commercio e alle Attività Produttive del Comune di Venezia nella prima giunta Brugnaro.
Per la Da Villa, laureata in Economia alla Ca’ Foscari con 110 e lode, dottore commercialista e insegnante di Diritto ed Economia, componente del Cda della Fondazione Forte Marghera, un passato nella Lega, di cui è stata segretaria della sezione di Mestre e responsabile amministrativo provinciale della Liga Veneta, è un ritorno all’impegno politico attivo: “Entro in Forza Italia con entusiasmo” dice. “Una scelta naturale – spiega – perché sono una moderata e una liberale, come mi è sempre stata riconosciuta, non mi sono mai piaciuti gli estremismi. Poi chiaramente questo approdo nasce dalla stima che ho per Flavio Tosi, che conosco da tanti anni. Apprezzo di Flavio la coerenza, la lungimiranza e la capacità politica. Lui è uno che quello che dice fa”. Da Villa dice di “voler contribuire con il mio mattoncino a rafforzare in Veneto la componente moderata, liberale e popolare del centrodestra”.
E Tosi da parte sua cavallerescamente dà il benvenuto “a Francesca, che ha dimostrato con i fatti di essere una donna e un’amministratrice preparata. Con il suo ingresso confermiamo il percorso di Forza Italia di allargarsi a personalità del territorio, amministratori e amministratrici capaci che i cittadini riconoscono e apprezzano”.
Il secondo acquisto è già pronto e verrà ufficializzato domani con conferenza stampa a San Donà di Piave. Si tratta di Gianluca Forcolin, già della Lega nord, già sindaco di Musile sul Piave, deputato e vice presidente della Regione Veneto, assessore al Bilancio e Personale di San Donà di Piave ed ex presidente del Casinò di Venezia.
Una caccia ai colonnelli della Lega che riserverà altre sorprese nelle prossime settimane. Si parla anche di esponenti veronesi della Lega, ormai delusi dalla politica salviniana sul territorio che non ha più “messaggi chiari e padani”, che si regge solo su Salvini e che non hanno più feeling con il presidente della Camera Lorenzo Fontana.
Dice uno di loro, che vuole rimanere anonimo: “C’è sicuramente un forte malcontento di una parte del partito e non si può escludere che alcune persone anche di rilievo possano andarsene verso Forza Italia guidata da Tosi”.
Del resto, una parte ancora consistente del Carroccio veronese e veneto ha tenuto buoni rapporti con Tosi e lo ricordano come segretario, sindaco e assessore alla sanità veneta. Tra i suoi ex assessori c’è per esempio il consigliere regionale Enrico Corsi, un altro suo fedelissimo era stato Paolo Paternoster. Vedremo.
Ma di sicuro Tosi sta ragionando con un perimetro largo, almeno regionale, tanto che tra i probabili acquisti circola anche il nome dell’attuale vicepresidente del consiglio regionale, Nicola Finco, della Lega e poi altri consiglieri e consigliere di Vicenza come di Treviso. Scontenti e scontente nelle file leghiste non mancano.
Ma c’è anche chi, proprio per tirarsi fuori da questa campagna acquisti sta prendendo precise iniziative politiche: in questo senso possono essere lette per esempio le dichiarazioni che il consigliere regionale veronese Filippo Rigo ha diffuso in ossequio a Salvini per la gara da 250 milioni della Tav a Verona: “Grazie a Matteo Salvini, il nostro ministro delle Infrastrutture, che da sempre ha nel cuore le sorti del Veneto”, ha dettato Rigo alle agenzie. Professione di fede a scanso di equivoci. Così pure un altro nome che viene dato come possibile obiettivo nella lista degli acquisti di Tosi si è premurato di fare chiarezza: Davide Bendinelli, già deputato e sindaco, in qualità di coordinatore regionale e componente della cabina di regia di Italia Viva ha convocato per sabato una conferenza stampa a Legnago per ufficializzare l’adesione al movimento di Renzi del consigliere comunale Michele Masin per le amministrative.
Ma tra padovani, veneziani e vicentini, i più vicini a lasciare la Lega per entrare in Forza Italia potrebbero essere alcuni esponenti veronesi i cui nomi sarebbero ancora coperti.
Intanto, Tosi rafforza il ruolo dei suoi colonnelli che già hanno condiviso con lui un pezzo importante di strada: oggi è arrivata la nomina del consigliere regionale Alberto Bozza a commissario di Villafranca per Forza Italia. Bozza avrà il compito di accompagnare gli azzurri in questo percorso riorganizzativo e si avvarrà della collaborazione di figure di esperienza sul territorio come Graziano Cordioli e Walter Perina, dice una nota. Bozza, inoltre, si relazionerà con il sindaco Dall’Oca per confrontarsi sull’azione politica dell’amministrazione.
Una tattica quella di Tosi che punta a svuotare la Lega in vista delle regionali, soprattutto se il Carroccio resterà appeso nelle sue fortune alla decisione sul terzo mandato o meno da concedere a Zaia. Se per il voto della primavera 2024 arrivasse il terzo mandato, Zaia sarebbe in grado di essere rieletto trainando con sè contenti e scontenti. Ma se il terzo mandato non arriverà da Roma, allora la partita per la Lega diventerà difficile, soprattutto se qualcuno comincia a toglierle la terra sotto i piedi.Un Carroccio che in Veneto, va ricordato, è già stato indebolito dai Fratelli d’Italia. (mb)