“Qui gli unici ad aver fatto inciuci con la sinistra sono stati nel 2017 Sboarina
e Polato, attovagliati in amorosi sensi con Bertucco al ristorante, e Casali che in un audio registrato sosteneva la volontà di spartire le nomine con i suoi ‘cari amici del Pd’, parole testuali.
Quindi anziché perdere tempo in polemiche stucchevoli, il gruppo Sboarina, e Verona Domani dovrebbero spiegare agli elettori di centrodestra, ma anche alla stessa Lega che spingeva per l’accordo con il sottoscritto, perché hanno rifiutato l’apparentamento e consegnato Verona alla
sinistra. I flussi elettorali dimostrano che con il simbolo di Forza Italia e delle mie liste civiche, il centrodestra avrebbe vinto; invece per colpa delle scelte suicide dell’ex sindaco Sboarina si è perso.
Questo è il dato di fatto confermato dai numeri, il resto sono chiacchiere, polemiche grottesche e
ricostruzioni fantasiose”.
A dirlo Flavio Tosi (Forza Italia), dopo le polemiche scoppiate a seguito delle dichiarazioni dell’esponente del PD Federico Benini, che avrebbe ammesso una sorta di “appoggio” al centrosinistra da parte di Tosi, alle ultime elezioni. Un’analisi del voto, che ha scatenato, com’era facilmente prevedibile, le reazioni e i commenti piuttosto “acidi” di alcune forze del centrodestra. “Benini da uomo dei numeri – dice Tosi – fa solamente un’analisi del voto e dei flussi. È vero che una parte del mio elettorato ha votato Tommasi, come
una parte ha votato Sboarina e un’altra è rimasta a casa. Quello che dice Benini e che è oggetto di
polemiche degli sboariniani, io lo ripeto da dieci giorni. È francamente surreale e incomprensibile questo clima da caccia alle streghe. Piuttosto gli sboariniani se ne stessero per un po’ in dignitoso silenzio, quantomeno per espiare le loro colpe dopo un harakiri politico degno di Tafazzi”.
Insomma, come si può vedere, il clima di “tregua” seguito al successo di Tommasi, è già finito.
E’ bastata un’uscita (evitabile?) di Federico Benini, che pure non è politico di “primo pelo”, anche se giovane, per riaccendere il fuoco che cova sotto la cenere. E questo fa capire, se possibile ancora di più, il clima che Damiano Tommasi troverà all’uscita dal tunnel dei primi adempimenti. Tra cui, ovviamente, c’è la composizione della Giunta, per la quale sono in molti a premere, dentro e fuori la coalizione. Tommasi, scelta del tutto comprensibile, s’è preso tutto il tempo necessario per avere idee chiare e condivise. A giorni comunicherà nomi e deleghe della “squadra” che per cinque anni, assieme a lui, governerà il presente e il futuro di Verona.