Sipario dischiuso, riflettori accesi. Dopo anni nella penombra di Broadway – forte del successo delle due stagioni da produttore di podcast crime – per il regista Oliver Putnam (Martin Short) è giunto il momento di tornare a brillare in teatro. Accanto a lui, immancabili i compagni di podcast e avventure Charles (Steve Martin) e Mabel (Selena Gomez). Purtroppo, anche questa volta l’ombra del crimine sconvolge i suoi piani: il divo Ben Glenroy (Paul Rudd), protagonista dello spettacolo, stramazza al suolo dopo aver pronunciato la prima battuta. Le prime analisi lo confermano: Ben è stato avvelenato poco prima di entrare in scena. Eppure, nello spirito dei migliori “coup de theatre”, poche ore – e un viaggio al pronto soccorso dopo – lo stesso Ben riappare come un fantasma durante la festa del cast al palazzo Arconia, nell’Upper West Side. Ma qualcuno è determinato a liberarsi del detestabile attore: al termine della festa, il cadavere di Ben viene ritrovato nella tromba dell’ascensore. Così inizia la terza elettrizzante stagione di “Only Murders in the Building”.
Come ogni buon giallo che si rispetti – e nel perfetto stile che ha reso memorabili le due stagioni precedenti –, nello sbrogliare l’intricata matassa del caso non sono stati risparmiati i brillanti colpi di scena. A due episodi dal gran finale i sospetti si fanno sempre più confusi: chi del cast ha ammazzato il collega? Qual è il movente che ha condotto a questo crimine?
Inevitabile ipotizzare che ci sia lo zampino dell’eccentrica co-protagonista Loretta (Meryl Streep) o, magari, che il movente sia collegato al rapporto complesso tra Ben e il fratellastro Dickie (Jeremy Shamos).
E mentre Charles, Oliver e Mabel portano avanti di nascosto le loro tradizionali indagini trasformandole in quotatissimi episodi di podcast, noi seguaci accaniti – seppur lontani dal comprendere la direzione dell’intreccio – possiamo convenire che questa stagione di Only Murders In The Building è, forse, addirittura migliore delle precedenti.
Trama accattivante, dialoghi brillanti, un equilibrio perfetto tra suspense, commedia e crime: gli elementi che avevano reso vincente la formula magica delle prime due stagioni ci sono tutti, ma per questo capitolo gli autori hanno deciso di sfoderare due carte imbattibili: un pizzico – mai soverchiante – di musical e, soprattutto, la performance ammaliante di Meryl Streep.
Martin Short, Steve Martin e Selena Gomez costituiscono già di loro un trio eclettico e spassoso, ma l’aggiunta del quarto moschettiere Streep – e di una succulenta macedonia di guest star – aggiunge un valore immenso alla qualità del format. Il personaggio di Loretta ci allontana dai familiari corridoi e dai drammi dell’edificio Arconia e ci conduce nei retroscena di una Broadway che, seppur spietata, riesce a far sognare generazioni intere di aspiranti attori…pronti a tutto – anche a uccidere? – per proteggere la propria carriera.
Chi ha ucciso Ben Glenroy? Lo scopriremo negli ultimi due episodi della serie. Tutte le stagioni di Only Murders in the Building sono disponibili su Disney +.
Voto: 9
Martina Bazzanella