Cos’è il benessere di una persona, e quanto può fare il Terzo settore, insieme alla pubblica amministrazione, per aiutare le cittadine e i cittadini a stare bene insieme, in sicurezza e in salute all’interno di una comunità fatta di aggregazione e relazioni.
È stato questo il tema dell’incontro “Il bene-essere: sicurezza e salute. Un nuovo modo di progettare assieme al terzo settore”, che si è svolto ieri sera in sala consiliare della 5a circoscrizione. Una conversazione tra il candidato sindaco Damiano Tommasi, la sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, Italo Sandrini, dirigente Acli nazionale, ed Enrico Ballestriero, del Comitato Orti di Spagna.
“La sfida di questi anni – ha esordito la Bonaldi – è stata valorizzare e aiutare i singoli individui e non le masse indistinte, come accadeva tempo fa. Lo stare bene di una persona deve essere inteso in una dimensione legata alla salute fisica e a qualcosa che ha che fare con psiche e cuore. Avere il proprio posto nel mondo e nelle relazioni è fondamentale. Stiamo bene in un contesto di relazioni”.
“Non è un caso che la malattia che più fa paura è la solitudine – ha aggiunto Tommasi – perché il benessere è non sentirsi soli, poter confidare nel futuro e vedere una strada davanti a noi che ci permette di essere ottimisti per i nostri figli”.
“Il benessere è un qualcosa dentro ognuno di noi, che si può vivere a livello comunitario – le parole di Sandrini –. Come amministratori si può e si deve dare un messaggio culturale diverso, basta guardare alle realtà che sono vicine a noi e si capisce quanto di più si può fare per migliorare la qualità della vita delle persone a livello comunitario”.
In questo senso, l’esperienza del Comune di Crema, uno dei comuni considerati virtuosi in tema di welfare e non solo, è illuminante. La sindaca Bonaldi ha poggiato le sue politiche sociali su due pilastri fondamentali: welfare di comunità e co-progettazione sociale.
“Per questi motivi crediamo fermamente in un Assessorato al Terzo settore – ha proseguito Tommasi – perché abbiamo la volontà politica di creare questa rete. Avere questa responsabilità ti costringe a pensare insieme e non più individualmente. Così facendo si concretizza la cultura verso il Terzo settore e si valorizzano le eccellenze già che ci sono e necessitano di una cabina di regia amministrativa. Una comunità non costruita su un buon tessuto sociale, ma fatta solo di individui è una comunità senza rete di protezione. È nostro compito ripensare spazi pubblici per vedersi, incontrarsi, controllarsi a vicenda, scambiarsi esperienze. Tutto questo è necessario per mettere a sistema la voglia di essere comunità e l’amministrazione in questo deve fare molto da collante. Se io come amministrazione sono presente, è più facile che si verifichino due cose: un maggiore rispetto delle regole e più numerose occasioni di socialità”.
“La cultura è ciò che sta dentro le persone – la conclusione di Sandrini – e della cultura che di base si occupa il Terzo settore. Ci sono 6 milioni di volontari in Italia, di questi 1,5 sono giovani ragazzi che si dedicano a questo tema dalla mattina alla sera. A Verona abbiamo numeri altissimi, ma manca una cabina di regia e c’è una dispersione di energie incredibile. Bisogna fare impresa sociale, altrimenti incentiviamo anche lo spreco dei diritti delle persone’’.