Tommasi e Samele si confrontano sui valori dello sport Il Primo cittadino e l’ex atleta, invitati dagli insegnanti, hanno raccontato le proprie esperienze alle classi terze delle Scuole Betteloni per l’iniziativa "Un campione olimpico tra i banchi di scuola"

Il sindaco ,celebre ex calciatore professionista, Damiano Tommasi, e il campione olimpico di sciabola, Luigi Samele hanno partecipato al progetto “Un campione olimpico tra i banchi di scuola” della scuola secondaria di primo grado Betteloni, organizzato a margine delle Giornate dello Sport.
“Crediamo fermamente che lo sport sia una componente essenziale per lo sviluppo dei nostri studenti, non solo dal punto di vista fisico, ma anche educativo e sociale,” ha dichiarato la Dirigenza dell’Istituto comprensivo 8 del Centro storico “siamo orgogliosi di offrire ai nostri allievi questa opportunità di apprendimento e divertimento, attraverso il confronto con campioni di vita. Dando la possibilità a studenti e studentesse di dialogare con le istituzioni e  personalità del mondo dello sport”.
Nel suo intervento, il Sindaco Tommasi ha sottolineato come lo sport rappresenti un prezioso strumento educativo, capace di insegnare disciplina, impegno, rispetto e solidarietà alle giovani generazioni in particolare: “Non è vero che uno su mille ce la fa, mille su mille ce la fanno, inseguite i vostri sogni. Dobbiamo essere come sentiamo di essere, non come gli altri vogliono che siamo”.
Tommasi, ex centrocampista italiano, simbolo della Roma grazie alla sua grinta e leadership in campo, ha collezionato successi in serie A e rappresentato l’Italia in competizioni internazionali.
“Rispetto significa anche saper portare a termine gli impegni assunti” ha spiegato Tommasi raccontando di come abbia più volte rifiutato di candidarsi a sindaco di Verona, in quanto presidente del Sindacato dei Calciatori, un ruolo dirigenziale che ha voluto portare fino a fine mandato. “Ad una nuova richiesta di candidarmi ho accettato, forse per i miei figli, forse anche perché i valori dello sport mi hanno spinto a mettermi nuovamente in gioco. Nella mia carriera sportiva ho partecipato a numerosi incontri, assieme ad altri colleghi, per spiegare ai giovani il valore di sapersi mettere in gioco, di non abbattersi di fronte a una sconfitta, di dare il massimo, il che vuol dire anche impegnarsi nella vita di tutti i giorni con i compagni di classe, con gli amici, in famiglia cioè essere parte di una collettività in modo attivo e da protagonista. Ho accettato di candidarmi a sindaco anche perché rifiutando avrei trasmesso un messaggio opposto a quello che ho sempre sostenuto”.
Il Sindaco è tornato a rilanciare il tema a lui caro dell’attenzione della politica e dell’amministrazione per i giovani: “non tanto e non solo perché sono il nostro futuro, ma perché rappresentano il nostro presente. Sono a metà mandato, ne posso fare al massimo due: prendo un sacco di parole, un po’ come quando ero calciatore, ma vado avanti. L’obiettivo è quello di fare i lavori – si è rivolto ai giovani studenti e studentesse della terza classe il Primo cittadino – facendo arrabbiare i vostri genitori, i vostri insegnanti, inducendoli a cambiare abitudini e strade, a tollerare code e ritardi. Sapendo, però, che a cantieri conclusi, com’è successo con il sottopassaggio all’altezza di via Città di Nimes, avremo piazzato una vittoria da tre punti. Così si costruisce la nostra comunità, portando pazienza e con sacrificio, che è poi un impegno, una responsabilità. La vita amministrativa è un po’ come un’Olimpiade: ci si prepara per quattro anni di duro allenamento e poi si vedono i risultati finali”.
Di tenacia e di impegno ne sa qualcosa Samele, schermidore italiano specializzato nella sciabola, vincitore di due argenti olimpici a Tokyo 2020 (individuale e a squadre). Ha conquistato numerose medaglie europee e mondiali, contribuendo ai successi della squadra italiana. Atleta di grande esperienza, è noto per la sua tecnica e determinazione sulle pedane internazionali.

“Il successo non arriva per caso – ha aggiunto Samele – e bisogna guardare agli esempi positivi, non a quelli negativi spesso proposti dai media e dai social. Si tratta di comportamenti di facciata, che spesso nascondono insicurezze, non c’è niente di interessante nell’essere antipatici, nel mancare di rispetto all’avversario o banalmente nel non voler condividere la propria esperienza”.