Scintille tra il sindaco Damiano Tommasi e l’architetto Giorgio Massignan, già assessore e presidente di Italia Nostra che con il suo osservatorio Veronapolis da mesi interviene sulle scelte di questa amministrazione.
E’ uno scontro tutto all’interno del mondo ambientalista progressista che si misura sulle sfide che da anni attendono risposte in questa città. Un mondo, quello che si raccoglie attorno a Massignan che comprende architetti, professionisti, ex dirigenti comunali, esponenti storici dell’ambientalismo veronese e che ha o aveva grandi aspettative da un’amministrazione di centrosinistra dopo anni di amministrazioni di centrodestra. Attese che stanno lasciando posto alla frustrazione di fronte a scelte non condivise o di segno opposto a quello che si sperava.
Infatti Veronapolis con comunicati e newsletter incalza senza sosta la Giunta Tommasi.
Al punto che il sindaco ha risposto ai tanti appelli di Massignan con una dura lettera. Alla quale è seguita una altrettanto dura replica.
“Gentile Giorgio, -scrive il sindaco – ricevo costantemente le newsletter e sento (spesso di riporto) parecchi interventi di Veronapolis riguardo l’amministrazione della città. Non sono mai intervenuto pubblicamente e non ritengo al momento di farlo non avendo motivo per rispondere alle ripetute provocazioni. In quest’ultima mail noto, però un certo risentimento personale che nulla ha a che vedere con la cosa pubblica”.
Tommasi insomma ritiene che la misura sia colma e vuole mettere uno stop.
“Mi spiace si metta il dubbio che alcune scelte del sindaco siano state fatte da altri, forse avrei dovuto scegliere Giorgio Massignan assessore all’urbanistica e avremo avuto meno polemiche? Avremmo evitato quella continuità che preoccupa? Se così fosse mi prendo la responsabilità di aver scelto diversamente e, viste le illazioni (che ritengo offensive) sulle scelte, sono contento siano andate come sono andate”.
Ma non è finita qui.
“Si è candidato senza conoscere la città ma pretoriani e cerchio magico non bastano”
Non usa mezzi termini Tommasi, replicando alle accuse di Veronapolis: l’osservatorio ritiene che le scelte urbanistiche siano dettate da poteri forti che condizionerebbero la Giunta. Tommasi riprende: “Non so quale sia la scelta, invece, di Veronapolis in merito alla partecipazione agli incontri nei quartieri che si stanno organizzando ma mi sembra che la modalità lasci spazio alle domande ed eventuali critiche che non abbiamo timore di prendere in considerazione”.
Poi il sindaco si giustifica: “Sulla continuità ne potremo parlare a lungo ma non avendo vissuto le precedenti amministrazioni ho meno elementi per poterne valutare la reale consistenza. Con l’occasione ci terrei che, come presumo, se queste mie righe diventeranno di dominio pubblico che lo siano, per lo meno, in forma integrale. Grazie. Damiano Tommasi”
A questa lettera Massignan replica affermando che da tempo manda “proposte e critiche sull’operato” dell’amministrazione e che si sarebbe aspettato una risposta diversa invece di “accuse che confinano con le offese”.
“Innanzitutto mi sarei aspettato, da un sindaco di Verona, delle risposte sui contenuti e non attacchi alla mia persona”, scrive, precisando che le intenzioni di Veronapolis sono quelle di fornire un “contributo positivo e non certo provocatorio”. Ma, e qui Massignan affonda il primo colpo, “i vostri silenzi ci hanno dato l’impressione che i contributi esterni fossero poco graditi. Lei mi accusa di risentimento personale per non essere stato scelto quale assessore alla pianificazione del territorio. Ebbene, le note che ho inviato a lei e alla sua giunta sono dello stesso tenore di quelle che avevo spedito, a suo tempo, alle amministrazioni Sironi, Zanotto, Tosi e Sboarina. Anzi, quelle erano forse molto più dure”.
E dopo aver ricordato le varie esperienze in politica e nel mondo ambientalista e per l’urbanistica della città, rivendicando la propria “indipendenza”, senza “legami partitici e/o economici”, Massignan assicura a Tommasi che “se mi avesse chiesto di entrare nella sua giunta, l’avrei ringraziata ma non avrei accettato”.
Arriva poi la critica al sindaco di “non conoscere le scelte precedenti: se si accetta di candidarsi a sindaco si deve conoscere la storia, le necessità e i bisogni della propria città e le risposte che offre il territorio”. Per colmare queste lacune, affonda ancora il colpo Massignan, “non è sufficiente circondarsi da un cerchio magico di pretoriani che la consigliano”.
E non a caso l’architetto aggiunge: “Mi sarei aspettato che mi spiegasse perché ha scelto due avvocati della Fondazione Cariverona, protagonisti di consulenze non propriamente a favore della collettività, per i più importanti incarichi nell’amministrazione comunale”. Il riferimento è alla vicesindaca Barbara Bissoli e al capo di gabinetto.
Polato (FdI): “Ne vedremo delle belle”
Infine Massignan chiede al sindaco di entrare nel merito del Pat e dell’apertura in deroga di due hotel in centro, cosa ne sarà del piano Folin e del centro storico sempre più desertificato e del progetto per il Grande Castelvecchio.
Alla fine, saluti “senza rancore”.
Ma sarà difficile che questo scontro non lasci ferite aperte nei rapporti tra il mondo ambientalista veronese e la maggioranza progressista che guida il Comune.
Tanto che su questo duro scambio di lettere è intervenuto Daniele Polato, esponente di centrodestra, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, candidato alle Europee: “Il botta e risposta tra Giorgio Massignan e il sindaco Damiano Tommasi mette in evidenza la volontà del primo cittadino di Verona di evitare il confronto su tematiche per lui scomode. A partire dalla scelta di persone in posizioni apicali come la vicesindaca e assessore all’urbanistica Bissoli e il capo di Gabinetto Perini, entrambi avvocati legati alla Fondazione Cariverona».
Polato, che è anche in Consiglio comunale, aggiunge «Le risposte che ha dato Tommasi a Massignan, uno dei cittadini che con la sua professionalità ha sempre contribuito con idee, critiche costruttive e proposte al bene della città di Verona, sono deludenti e prive di contenuti. È evidente che Tommasi, che si era proclamato l’uomo dell’ascolto in realtà non lo è e, di conseguenza, non sa fare rete ed evita il confronto. Pare che Tommasi spacchi la società tra nemici e amici degli amici. Cosa ci dobbiamo aspettiamo ancora? Che non ascolterà più le categorie o il mondo imprenditoriale? Temo che ne vedremo ancora delle belle».
Infine Massimiliano Urbano, coordinatore provinciale Buona Destra, osserva: “Se persino un professionista equilibrato come l’Arch.Massignan, che com’è ben noto a tutti, non sarebbe di certo prevenuto nei confronti dell’attuale compagine governativa cittadina, parlando di materie che conosce profondamente, dall’alto della sua riconosciuta autorevolezza, si sente in obbligo di porgere qualche ben motivata critica nei confronti di opinabili scelte dell’amministrazione comunale. Ciò dovrebbe essere inteso come un grande campanello d’allarme. Indurre determinate aree culturali della ns città a svegliarsi dal sogno. È tempo che tutti prendano atto che la luna di miele è finita, che le ragioni di malcontento sono molteplici e sotto gli occhi di tutti”.