Inesperienza, impreparazione, scarsa capacità politica, ma la possibilità di recuperare in corner la partita della Fondazione Arena senza sfigurare completamente c’è ancora. A patto di sfruttare bene le ultime 48 ore. Da tre ex sovrintendenti arrivano per il sindaco Damiano Tommasi tirate d’orecchi ma anche suggerimenti, consigli, proposte a due giorni dalla riunione del Consiglio di indirizzo convocato per giovedì 2 marzo con un solo punto all’ordine del giorno: individuare il nuovo sovrintendente. Che potrebbe essere anche quello attuale, Cecvilia Gasdia. O un nome completamente nuovo. Certo è che dopo lo scontro frontale della settimana scorsa quando con 4 voti contro 3 è stata bocciata la proposta del sindaco-presidente di aprire una manifestazione di interesse di cinque giorni, la strada si fa molto difficile per Tommasi. O il sindaco riessce a convincere i soci che si deve puntare su un nome nuovo o dovrà accettare la riconferma della Gasdia e tutt’al più nominare un direttore generale di sua fiducia per la parte amministrativa. In sostanza, facendo propri i consigli espressi pubblicamente da Gianmarco Mazzi, sottosegretario al ministero dei Beni Culturali, per anni in Fondazione Arena alla guida dell’extralirica, eletto con Fratelli d’Italia. Lo stesso partito di Cecilia Gasdia, per la quale si è già espresso il presidente della Camera di commercio Giuseppe Riello. E Renzo Giacchieri, Francesco Girondini e Maurizio Pulica, che hanno rivestito per anni il ruolo di sovrintendenti dell’ente lirico, aiutano con la loro analisi a chiarire le difficoltà di questo momento, i pericoli cui si va incontro, le strade che possono portare a una via d’uscita positiva per la Fondazione e per la città. “La situazione è molto complicata e delicatissima”, esordisce Renzo Giacchieri, regista, profondo conoscitore del mondo dello spettacolo e già sovrintendente dell’ente lirico veronese. “La Fondazione Arena è una realtà delicatissima, basta un nulla per mandarla gambe all’aria e la situazione tra i lavoratori è difficile, molto tesa”. Quindi? “Quindi trascinare la contesa in uno scontro politico è un errore gravissimo”. Chi ha sbagliato? “Il sindaco Tommasi ha sbagliato a non essere più deciso: il teatro è una realtà a regime dittatoriale; il presidente della Fondazione lirica è il capo. Punto e basta. Tommasi invece ha voluto fare altro, proponendo una manifestazione d’interesse in tempi strettissimi: altro errore. Perché se si è bravi, si viene cercati. Non il contrario. Chi partecipa a manifestazioni d’interesse vuol dire che è disoccupato. Non poteva quindi essere un percorso valido per una realtà teatrale come la nostra”.
“Senza un accordo tra soci la Fondazione è a rischio”. L’appello di Girondini e Pulica a superare le contrapposizioni “Il sindaco aveva tutto il tempo per muoversi prima nella ricerca’’
Giacchieri a questo punto vede due strade possibili: “Premesso che il sovrintendente Polo sarebbe stato bravissimo ma Trieste lo ha confermato, a questo punto o si va alla conferma di Cecilia Gasdia o si dà spazio a un veronese. Un personaggio tranquillo, specchiato, e mi pare ce ne sia uno solo che ha rilanciato il Teatro Ristori”. Un endorsment per il maestro Martini dunque. E l’ipotesi di un direttore generale di fiducia del sindaco? “Non se ne farebbe nulla, verrebbe esautorato subito perché il sovrintendente è il capo azienda assoluto”. GIRONDINI. “Ma il sindaco Tommasi poteva prepararsi ben prima nella ricerca di un sovrintendente, aveva tutto il tempo”, sottolinea Francesco Girondini, già sovrintendente dell’ente lirico a Verona e per quattro anni presidente di tutte le Fondazioni liriche. “Uno scontro interno a una Fondazione lirica non l’ho mai visto in questi termini, deve essere saltato qualche passaggio, forse per inesperienza e si è arrivato allo scontro politico che è assolutamente sbagliato. Così come era sbagliata l’idea di una manifestazione d’interesse: il mondo della lirica è ristretto, tutti sapevano da mesi che la Gasdia era in scadenza, chi voleva farsi avanti lo ha già fatto. Forse nominare ora un direttore amministrativo operativo di fiducia del sindaco per la parte non artistica può essere la soluzione meno dannosa per Tommasi, ma va superato lo scontro politico”. PULICA. “Sono molto deluso da questo spettacolo e dalla superficialità e incapacità di Palazzo Barbieri di gestire una partita come questa della Fondazione Arena”, afferma l’ex sovrintendente che ha ricoperto anche il ruolo di assessore alla Cultura. “Il rinnovo del sovrintendente ha messo in luce l’incapacità del sindaco di mediare in una situazione politica delicata. Amministrare una città non è una partita di pallone, servono dialogo, disponibilità, esperienza politica. Se non ce l’hai deve avere l’umiltà di ascoltare le persone che questa esperienza ce l’hanno e te la mettono a disposizione” Cosa dovrebbe fare ora Tommasi? “Intanto non si va in Consiglio di indirizzo se sei in minoranza. Ora deve dialogare con i vertici di Cattolica-Generali e con il governatore Zaia per ragionare su una mediazione per un nome terzo. Deve fare regìa politica, perché i numeri gli sono sfavorevoli. Altrimenti deve tenere la Gasdia, (che non ha lavorato male e verrebbe sostituita senza spiegarne il motivo) e far finta di andare d’accordo. Ma può il sindaco farsi dettare la mediazione da Mazzi, settosegretario di Fratelli d’Italia? Poteva essere il sindaco a imporre il sovrintendente, se si fosse mosso per tempo, e dire a Fratelli d’Italia che poteva concedere loro un direttore generale. Non il contrario”. La Fondazione rischia? “L’ente lirico non è mai andato così in fibrillazione, non è mai stato terreno di scontro politico; la Fondazione è stata sempre tenuta fuori da queste beghe. Se si va in collisione tra sovrintendente e sindaco-presidente sono guai. Ma la Fondazione è patrimonio della città ed è il volano economico di Verona. Va tutelata con attenzione”. (mb)