Tommasi, adesso la verifica politica Dopo il clima rovente per la delibera sullo sviluppo della Marangona che ha visto la contrarietà del gruppo Bertucco-Cugini, stamattina vertice di maggioranza con Giunta e partiti per capire come proseguire. Strappo e rimpasto o rilancio unitario?

DAMIANO TOMMASI SINDACO DI VERONA

La maggioranza del sindaco Tommasi porta a casa la delibera per lo sviluppo dell’area Marangona, ma per capire il prezzo politico da pagare si dovrà attendere domani il vertice di maggioranza con Giunta, consiglieri comunali e rappresentanti dei partiti (altro articolo).
Oggi a ora di pranzo, la seconda parte della commissione consiliare urbanistica presieduta da Pietro Trincanato ha licenziato la delibera per il Consiglio comunale che inizia oggi alle 18 e come previsto a fronte del voto favorevole dei rappresentanti del centrosinistra c’è stato il voto contrario della consigliera comunale di Sinistra in Comune Jessica Cugini che fa riferimento all’area dell’assessore Bertucco. Bertucco, come è noto, si era opposto in Giunta la licenziamento della delibera sulla Marangona contestandone l’eccessiva cementificazione e sostenendo che le indicazioni inserite per una mitigazione ambientale degli insediamenti fossero solo desiderata senza valore di vincolo urbanistico.
In sostanza, si approva la scheda norma sulla Marangona del 2020 già messa a punto dalla precedente amministrazione. E il centrodestra, in commissione, si è astenuto perché è favorevole alla parte urbanistica della delibera ma ritiene che le indicazioni aggiuntive siano solo “una presa in giro della maggioranza per cercare di risolvere i suoi problemi interni”.
Ma quanto le indicazioni ambientaliste possano incidere realmente nell’Accordo di programma (e relativo Masterplan) della Marangona sottoscritto in giugno da Comune, Consorzio Zai e Provincia potranno davvero incidere? Quanto di quello che viene approvato avrà poi ricaduta concreta?
Oggi per esempio il consigliere di Forza Italia Luigi Pisa ha chiesto alla vicesindaca Bissoli in apertura di commissione se fosse possibile ampliare le zone verdi previste in Marangona. La vicesindaca ha risposto che sarebbe possibile farlo: “se le altre parti sono d’accordo si modifica il masterplan”.

Prescrizioni inutili? “No sono stringenti”

E proprio in base a questo punto la consigliera Cugini ha motivato il suo voto contrario: “Con la delibera votiamo l’accordo e la scheda norma del 2020, il resto si gioca sulla risposta in merito al verde data dalla vicesindaca”.
Che le integrazioni di stampo ambientalista siano in realtà solo accessorie e non incidenti in modo concreto, anzi solo dei desiderata come aveva detto l’assessore Bertucco secondo Pietro Trincanato, presidente della commissione urbanistica in quota Traguardi “è una narrazione non vera, è una fòla. Perché saranno assolutamente stringenti tanto è vero che saranno i tecnici del Comune che in fase di Pua, piani urbanistici attuativi dei singoli ambiti, daranno le indicazioni di come fare gli interventi e di quali regole rispettare proprio in base alle linee guida che ora noi inseriamo in delibera”.
Del resto ieri la vicesindaca Bissoli con delega all’Urbanistica avea spiegato in modo tecnicamente molto dettagliato le linee guida ambientali contenute nella delibera che andranno a integrare l’Accordo di programma (sempre che Zai e Provincia siano d’accordo) sottolineando la valorizzazione ecosistemica e i criteri per la transizione ecologica inseriti nello sviluppo di questa enorme area di un milione e mezzo di metri quadrati denominata Marangona, tra l’autostrada A4 e il Quadrante Europa.
Mitigazioni ambientali che si sostanziano evitando la impermeabilizzazione del suolo dove possibile, edifici autosufficienti dal punto di vista energetico senza utilizzo di combustibili fossili e così via.
Proprio per smentire la “narrazione” di Bertucco e soci secondo i quali lo sviluppo della Marangona sarà “una cementificazione selvaggia”. Bissoli ha ribattuto: “Non lo sarà una cementificazione grazie a questi accorgimenti della Direzione urbanistica”.Il che significa, tradotto in cifre, che 200 mila metri quadrati della Marangona saranno destinati ad aree verdi; altri 250 mila metri quadrati dovranno essere di aree permeabili. “In sostanza, 450 mila metri quadrati, vale a dire il 30% dell’area, avranno precise indicazioni affinché vi siano adottate misure ambientali”.
Inoltre rispetto al Paqe, il piano d’area per il Quadrante Europa predisposto dalla Regione e di natura urbanistica sovraordinata rispetto ai dispositivi comunali, è stato inserito l’ambito per Innovazione e ricerca, quindi non solo logistica.
Poi le altezze degli edifici saranno ridotte e una pista ciclabile collegherà i forti presenti nella zona.

“Ma chi farà ricerca e innovazione?”

Altri emendamenti punteranno a ridurre il traffico nelle zone vicine come Dossobuono e a trovare soluzioni architettoniche ed edilizie che sposino la sostenibilità.
E proprio oggi si è collagto con la commissione il presidente della Quinta Circoscrizione, Di Lara, per chiedere documenti aggiornati sulla viabilità e il traffico previsto in zona perché dopo il parere contrario espresso nel 2020 non sono più arrivati altri documenti al parlamentino di Verona sud.
Tutte queste indicazioni faranno parte dell’Accordo di programma per lo sviluppo dei prossimi 4 ambiti (il quinto è già stato assegnato al colosso della logistica VGP) e dovranno essere accolte e messe in pratica di volta in volta quando verranno presentati i Piani urbanistici attuativi di ogni zona.
Un orizzonte temporale di anni.
Quindi, si deve sperare che le prossime amministrazioni di Comune e Provincia e le prossime direzioni del Consorzio Zai siano d’accordo nel portarle avanti.
Ma non è tutto.
In merito all’ambito per l’Innovazione e ricerca, al fine di creare un parco tecnologico, la consigliera Carla Padovani ha ricordato “la triste esperienza del Parco Star, fallito e chiuso miseramente. Siamo sicuri che funzioni? Vale la pena riproporlo? Chi farà ricerca scientifica?”.
Un tema, quello delle start up per la ricerca e l’innovazione che si collega tra l’altro con il tentativo del presidente della Regione Zaia di piazzare a qualche multinazionale come Intel e Silicon Box l’area di Vigasio…
Comunque sia, la delibera è stata licenziata dalla commissione con 9 voti a favore, 5 astenuti e un contrario. In Consiglio comunale i voti ci saranno.
Ma in occasione della riunione del Consiglio di oggi sulla Marangona molte associazioni ambientaliste tra cui il Comitato di Verona Sud e Verona città bosco, saranno in presidio davanti all’ingresso dipendenti di palazzo Barbieri dalle 17.15 per ribadire “la contrarietà alla cementificazione dell’area della Marangona un milione e 500 mila metri quadri di area agricola: si favoleggia che sarà l’area di innovazione, dicono, ma in realtà sarà riempita di capannoni per la logistica”. Ma non tutto è risolto.

Verifica politica, Tommasi alla prova

Una volta incassata e portata a casa la delibera sullo sviluppo della Marangona, domani, riunione di maggioranza con Giunta, consiglieri e partiti alle 9, voluta dal sindaco per risolvere la questione Bertucco.
Proprio in vista della votazione finale e del vertice di maggioranza Tommasi ha chiesto ai partiti di non alimentare il dibattito, di non buttare altra benzina sul fuoco. Obiettivo: cercare di ricomporre lo strappo. Ricucire.
Ma vediamo quali sono gli scenari in campo.
L’assessore Bertucco che ha deleghe per Bilancio, Patrimonio e Personale non intende rassegnare le dimissioni perché ritiene di essere coerente con il programma dell’amministrazione che aveva tra i suoi punti il contrasto al consumo di suolo. Lo sviluppo della Marangona andrebbe in senso contrario.
Il sindaco Damiano Tommasi non ha voluto finora ritirare le deleghe all’assessore tenendo la situazione congelata.Tuttavia con scarsa eleganza politica gli altri assessori hanno scritto che dopo lo strappo di Bertucco si sarebbero aspettati da lui un gesto conseguente. Insomma, dimettiti.
Ora, che cosa significa questo? Vuol dire che le altre forze di maggioranza tra cui Lista Tommasi, Pd, Traguardi hanno già deciso che si può fare a meno di Bertucco in Giunta? E perché? Per essere più coesi o perché l’esperienza e le capacità di Bertucco (che secondo il consigliere Papadia di Forza Italia è il più esperto di urbanistica in tutto il Consiglio comunale) sono troppo scomode? Che cosa accadrebbe per esempio alla prossima riunione di Giunta se arrivasse una delibera urbanistica sulla lottizzazione del Nassar?Tutte valutazioni sulle quali il sindaco dovrà trovare una sintesi. Per evitare come si diceva ieri, le sabbie mobili.
Perché quella che in realtà è una questione politica sembra essere diventata invece una questione personale. Bertucco contro Bissoli. L’assessore che ostacola e rema contro. Non si parla invece del metodo con cui vengono preparate le delibere di urbanistica, così come non si parla dell’area politica che Bertucco e Cugini rappresentano. Togliere Bertucco, che di difetti ne ha pure lui, dalla squadra di Giunta significa anche che la coalizione del sindaco Tommasi perderebbe una componente politica di una certa rilevanza, quell’Alleanza Verdi e Sinistra che alle Europee ha ottenuto buoni risultati. E di conseguenza questa area politico-ambientalista che in consiglio comunale esprime Jessica Cugini andrebbe all’opposizione mentre Bertucco, una volta fuori dalla Giunta, non potrebbe tornare in Consiglio.
Si può permettere il sindaco Tommasi di perdere un pezzo della sua maggioranza per ritrovarsela contro? Certo, ci sono componenti di maggioranza che butterebbero via il bambino con l’acqua sporca nel nome del buon funzionamento dell’amministrazione e tirerebbero dritto, ma il contraccolpo politico sarebbe la rottura del centrosinistra. Senza contare che si aprirebbe una contesa tra gli alleati per conquistare il posto in Giunta lasciato libero.
E il sindaco Tommasi dovrebbe procedere a un rimpasto ridistribuendo le deleghe.
Se l’esito del voto sulla delibera avrà rasserenato gli animi, lo strappo domani può apparire meno grave e potrebbe essere messo un punto fermo sulla vicenda Marangona per provare a ripartire. Magari con un documento di sintesi politica nel quale la maggioranza, compresa la sinistra ambientalista, rilancia l’azione di governo con obiettivi e programma condiviso ritrovando l’unità. Altrimenti la maggioranza perderà il primo pezzo per strada, proseguendo azzoppata. mbatt