Primo appuntamento al Teatro Ristori della rassegna Concertistica, mercoledì 10 novembre alle ore 20.00 con dei protagonisti d’eccellenza: la violista Leia Zhu, soprannominata The Violin Girl, che a soli quindici anni si è già esibita nelle maggiori sale da concerto europee. Attualmente è Artist-in-Residence del London Mozart Players ed ha debuttato con la London Symphony Orchestra nella scorsa estate del 2021 sotto la direzione di Sir Simon Rattle. Inoltre, è una divulgatrice e una sostenitrice appassionata della musica classica. Affiancherà la Zhu, un ensemble di prestigio e di fama internazionale come il Festival Strings Lucerne, diretto dal violinista di origine australiana – cinese Daniel Dodds.
Il programma del concerto è molto avvincente, in particolare per la presenza della “Suite Italienne” di Stravinsky, ispirata alle musiche di Pergolesi o presunte tali, che diviene una delle sue opere più popolari, originando una serie di arrangiamenti, tra cui questo per violino e archi di Samuel Dushkin. La suite inizia con l’Introduzione, in cui possiamo apprezzare echi barocchi tra orchestra e solista. La Serenata è una tranquilla pastorale lievemente malinconica. L’umore si rialza nella Tarantella con il suo ritmo vorticoso. Il Minuetto e finale è a metà tra l’elegia e la più orgogliosa marcia e si sviluppa fino a esplodere in una fanfara. Le Antiche danze e arie per liuto di Ottorino Respighi nascono dal suo studio di opere per liuto del XVI e XVII secolo. La terza, in cui è prevista la presenza della sola orchestra d’archi, tende alla malinconia e inizia con una danza “Italiana”, una gagliarda avvolta nella nebbia degli archi. Seguono le Arie di corte in cui le viole cantano accompagnate dal pizzicato dei violoncelli. La Siciliana prende il movimento di un fiume, dapprima calmo, poi in piena. Infine, la Passacaglia: i pizzicati della chitarra diventano stravaganti intrecci d’archi.
La Fantasia di Wieniawski, ispirata al Faust di Gounod, è in cinque sezioni con un breve finale, in cui vengono messe in luce tutte le peculiarità del violino, quelle melodiche ed espressive, ma anche il virtuosismo più sfrenato.
Chiude la serata la Serenata per archi di Piotr Ilic Tchaikovsky, uno dei suoi brani più celebri e apprezzati, traboccante di memorabili melodie derivanti dalla musica popolare russa e dalla sua brillante vena per la musica dedicata alla danza.