The Bear 2 tra cucina e ricerca di sé La pluripremiata serie tv torna ad affascinare gli spettatori con un menù tutto nuovo

Si chiude un ristorante, si apre un ristorantone…O, almeno, questa sembra essere la missione di Carmen “Carmy” Berzatto, il talentuoso chef protagonista della pluripremiata “The Bear”, serie tv concentrata sulle (dis)avventure che prendono piede nella cucina di un decadente ristorante di Chicago. Dopo dieci episodi intensi ed elettrizzanti, la prima stagione aveva salutato il pubblico con la chiusura dello storico locale “The Original Beef of Chicago” e la promessa di un nuovo inizio: l’apertura di un nuovo ristorante, un posto diverso, più ricercato, specchio di una brigata pronta a crescere e mettersi in discussione per raggiungere l’eccellenza culinaria. Naturalmente, come ci ha insegnato la trama della prima parte del format, le difficoltà sono sempre dietro l’angolo, pronte a mettere a repentaglio sogni, piani, rapporti e salute mentale.
La seconda stagione – disponibile su Disney + dal 16 agosto – riprende il filo proprio dall’ambizioso sogno imprenditoriale di Carmy e, rimescolando gli ingredienti che avevano caratterizzato la buona riuscita del primo capitolo, ci regala una ricetta sublime che supera le aspettative.
Si tratta, però, da una ricetta diversa da quella proposta lo scorso anno: le telecamere fuggono dal perimetro della caotica e opprimente cucina del ristorante, focalizzandosi per questo arco narrativo sui percorsi formativi che – chi a Chicago, chi all’estero – porterà l’intera squadra a crescere a livello professionale e personale. In nome di quest’attenzione ai singoli protagonisti cambia anche la struttura narrativa: non più relegati a contorno, i personaggi assumono l’identità e il carattere di distinte portate principali, presentate in maniera approfondita in episodi costruiti attorno ad ognuno di loro.
Non più il racconto frenetico e sregolato di una disorganizzata cucina di periferia, dunque, ma la narrazione di un viaggio alla scoperta di sé stessi, dei propri talenti, delle proprie capacità: ed è così che mentre Carmen (il sempre impeccabile Jeremy Allen White) cerca di scacciare i suoi demoni e prepararsi ad aprire il ristorante, il problematico Richard (Ebon Moss-Morach) si riscopre stagista-maître in un ristorante di lusso, la ambiziosa chef Sidney (Ayo Edebiri) cerca la sua poetica addentando i diversi sapori della città, l’idealista Marcus (Lionel Boyce) cerca di affinare l’arte della pasticceria in Danimarca; parentesi formative, brevi avventure che li renderanno migliori, pronti – si spera – ad affrontare la cucina di un esigente ristorante stellato che ha tutte le carte in regola per lanciarli verso il successo o risucchiarli nella tossicità di un ambiente possibilmente letale per il loro equilibrio psico-fisico.
A decorare un piatto decisamente degno della stella Michelin della serialità televisiva, un ampio numero di guest-star d’eccezione (tra le quali spiccano Jaime Lee Curtis e Olivia Colman), una combinazione fotografia/regia mai fuori posto e una sceneggiatura che sa dosare perfettamente intrattenimento e approfondimento, regalandoci una delle serie tv più potenti e impattanti del momento.

VOTO: 10
(Non vediamo l’ora di vedere la terza!)

Martina Bazzanella