Testa: “Le aziende partecipate hanno bisogno di trasparenza” Il presidente di Enea non risparmia critiche al progetto AGSM-Aim-A2A

“E’ interesse dei cittadini che le imprese che forniscono servizi alla collettività non siano utilizzati come campi gioco dagli amministratori, dai consiglieri comunali, da quelli di circoscrizione, da quelli di condominio”. Non le ha mandate a dire, Federico Testa, presidente di Enea, ospite de “La città che sale” in Sala Montanari, incalzato dall’avvocato Luciano Butti, docente di diritto ambientale, nella conferenza dedicata agli “Scenari della transizione energetica”.

Alleanza Agsm – A2A poco trasparente
Il professore non ha risparmiato dalle critiche nemmeno il progetto di alleanza della Agsm e della Aim vicentina con la lombarda A2A: “Non ho sufficienti informazioni per esprimere un giudizio di merito; posso dire però che un’operazione così importante dovrebbe essere gestita con maggiore trasparenza”. Ricordiamo che nei giorni scorsi, il gruppo emiliano Hera e quello trevigiano di Ascopiave avevano lamentato di non avere avuto la possibilità di presentare delle proposte alla Azienda veronese. “La scelta lombarda potrebbe anche essere giusta, non lo so – ha continuato il professore veronese – ma credo che sarebbe necessario giustificarla con chiarezza ai cittadini, spiegare quali logiche la hanno ispirata. La rivendicazione di una “specificità” del caso veronese tale da imporre la scelta fatta, mi sembra un’osservazione poco convincente”.

Gli utili delle aziende di servizi pubblici
Federico Testa, che nel 2008 è stato anche deputato nelle file del Partito Democratico, ed è direttore del Dipartimento di Economia Aziendale all’Univer­sità di Verona, si è anche soffermato criticamente sul modo di gestire i bilanci di queste aziende: “Se il prezzo delle bollette genera troppi utili, significa che una quota della spesa paga il consumo, mentre l’altra è una forma di imposizione fiscale: ma le imposte dovrebbero essere progressive!.

Gestire meglio l’ecobonus
Notevole interesse ha suscitato l’idea di affrontare le inefficienze energetiche dei condomini sfruttando meglio l’ecobonus: “. E’ noto come le persone anziane abbiano poco interesse a votare a favore dei progetti di efficientamento dei loro condomini nelle assemblee, perché temono che all’investimento iniziale non corrisponda una reale convenienza, visto che si manifesta solo nel tempo. “Alcune amministrazioni – ha spiegato Testa – hanno proposto agli anziani la cessione del bonus all’ impresa ristrutturante, in modo da valorizzarlo subito, in cambio di benefici indiretti derivanti dalla riduzione del costo della bolletta o dei miglioramenti qualitativi resi possibili dalla domotica”.