Terzo mandato senza sponsor. E il regno di Zaia è sotto attacco Regionali 2025, patto di ferro tra Schlein e Meloni: arginare lo strapotere dei governatori. Intanto Europee e (forse) Provinciali

GIORGIA MELONI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO LUCA ZAIA PRESIDENTE REGIONE VENETO

La politica è sempre in campagna elettorale. Certi politici ancora di più di altri. La prossima scadenza elettorale sono le Europee nella primavera 2024. Salvini con i suoi leghisti preme perché in quella data si voti anche per il ritorno delle Province (idea che piace anche al Pd che nelle regioni rosse avrebbe soddisfazioni), così da accontentare un po’ di iscritti che sono rimasti all’asciutto sul territorio. Ma il costo di questo ritorno all’antico sarebbe di alcune decine di milioni e la premier Giorgia ha gioco facile a dire che non si sono soldi, le priorità sono altre, visto che il Governo si appresta a varare una manovrina dove le risorse non saranno nemmeno sufficienti per il necessario.
Ma le Europee diventano interessanti se traguardate in vista del successivo appuntamento elettorale: le regionali del 2025. Se non arrivasse il terzo mandato per alcuni governatori, questi forse potrebbero decidere di optare per una strada europea.
Perché, e questo è il punto che agita il sonno di molti, il tema del terzo mandato per i governatori, da quanto riferiscono i parlamentari, non è mai stato sul tavolo delle priorità a Roma. Sono 7 i presidenti di Regione che potrebbero puntare a superare i due mandati consecutivi consentiti dalla legge, legge che vieta di andare oltre. Tra questi il presidente della Campania Vincenzo De Luca area Pd in contrasto con la segretaria Dem Elly Schlein, ma anche il presidente della Puglia Michele Emiliano vorrebbe andare avanti così come Bonaccini in Emilia Romagna.
E nel centrodestra troviamo il leghista Luca Zaia, che in Veneto è già al terzo mandato perché ha iniziato prima che uscisse la legge, e Giovanni Toti di Forza Italia.
Il terzo mandato per i governatori è quindi visto come fumo negli occhi da Schlein, perché andrebbe a favorire nemici interni con i quali è in scontro frontale, la Meloni non ha alcun interesse a favorire la riconferma di governatori che non sono di Fratelli d’Italia ma degli alleati e magari potrebbe puntare a eleggerne qualcuno dei suoi.
Da qui il patto di ferro spontaneo tra le due donne, senza neppure bisogno di parlarsi: il terzo mandato non è sul tavolo. Tantomeno ipotetiche proroghe che dovrebbero essere motivate con urgenti necessità, oggi inesistenti.
Nel frattempo, da qui al 2025 nel Nordest saranno cambiati molti equilibri, nell’editoria in primis: per le elezioni sarà pronta la corazzata Nord Est Multimedia di Enrico Marchi, con sette testate tra Veneto e Friuli, giornali e televisioni. Quando questa potenza di fuoco deciderà quale candidato sostenere, tanto per fare un esempio, alle prossime regionali, sarà una corsa in salita per tutti gli altri concorrenti.
E senza Zaia in campo, sarebbe partita aperta.
Ecco dunque perché sono già tutti in campagna elettorale: europee, possibili provinciali, elezioni regionali. I partiti stanno anche andando a congresso, come Forza Italia e Fratelli d’Italia, mentre la Lega lo ha già fatto. Con la vittoria del candidato di Salvini, Stefani, dopo che il ruggente leone Marcato è stato costretto alla resa dalla mossa di Zaia che ha lanciato Manzato. E ha favorito la vittoria del salviniano. E ha un credito da incassare dal segretario, che gli servirà molto. Perché le difficoltà per un nuovo mandato, stanno a significare che Zaia, governatore in testa a tutte le classifiche di gradimento, che è stato stravotato dal 70% dei veneti, ha un orizzonte a termine. Ha una data di scadenza vera. E quindi rischia di indebolirsi. Alcuni esempi recenti. Sul fronte della sanità e dell’assistenza agli anziani, Zaia è stat attaccato frontalmente da Flavio Tosi, ex assessore alla sanità e ora coordinatore veneto di Forza Italia. Molti gli hanno dato ragione mentre nessuno è intervenuto in difesa di Zaia, nemmeno i suoi assessori, tanto che alla fine è dovuto uscire allo scoperto, forse sollecitato, il sottosegretario Bitonci, acerrimo nemico del governatore, che questa volta ha fatto una difesa d’ufficio. Il Bitonci salviniano in difesa di Zaia ha reso evidente l’accordo che si era consumato al congresso leghista. Ora Zaia si attende anche che Salvini si spenda per il terzo mandato, partita che però appare molto improbabile, visto che già sulle Province sarà difficile andare a risultato.
Ma Bitonci nelle sue dichiarazioni alla stampa del Nordest non solo difende Zaia e attacca Tosi (“da lui solo livore”) ma conferma anche le tensioni interne. “Tutti noi auspicheremmo un ulteriore mandato per i governatori, -ha detto infatti il sottosegretario Bitonci mettendo le mani avanti – purtroppo l’adesione non dipende solttanto dalla Lega e l’incertezza genera nervosismo”.
Parole che non devono essere suonate molto bene alle orecchie di Zaia, il quale potrebbe essere interessato, vista la sua grande esperienza, a qualche incarico in Europa nel caso in cui la strada del terzo mandato venisse sbarrata definitivamente.
Ma non c’è solo il tema della sanità: Zaia è finito nel tritacarne del fuoco amico anche sul tema dei migranti, dopo che si è schierato per l’accoglienza diffusa sul territorio, soluzione che piace ai sindaci di centrosinistra, mentre i sindaci di centrodestra sarebbero più per gli hub e i centri di rimpatrio.
Altro tema che rischia di minare il granitico consenso del governatore è quello dell’autonomia differenziata. Zaia ha provato a fare la faccia feroce contro il governo parlando da Cervia nelle scorse settimane, ma la realtà delle cose evidenzia che la riforma Calderoli si è impantanata a Roma, tra livelli essenziali da garantire, rischi per scuola e sanità: molte regioni del sud sono contrarie, molte forze politiche pure e su questo progetto la Meloni non intende lasciarci le penne, visto e considerato che Fratelli d’Italia ha da sempre una visione dello Stato centralista, sovranista e accentratore (premierato).
Con questo scenario, la politica non può far altro che navigare a vista, giorno per giorno, evitando le buche più dure. E le imboscate. mb