Metà stagione e tempo di bilanci per la MotoGP. La Tournée europea, che ha visto i
centauri competere su alcune delle piste più prestigiose del circus, è stata assieme sorprendente e spettacolare. Tanto per ciò che è avvenuto sull’asfalto, quanto per gli stravolgimenti occorsi ai team per il prossimo anno.
MotoGP a metà stagione: facciamo il punto
Alzi la mano chi si sarebbe aspettato un Bagnaia del genere. Da Barcellona, Pecco ha deciso di salire in cattedra e la domenica, agli avversari, ha lasciato letteralmente solo le briciole. Quattro gare e quattro vittorie, per non parlare di alcune sprint dominate dall’inizio
alla fine, senza incertezze.
Il Campione del Mondo in carica ha trionfato e ciò che ha più colpito è il modo in cui lo ha fatto: dimostrando, cioè, una solidità straordinaria in ogni circostanza, anche e soprattutto in quelle che parevano non favorirlo. Occasioni in cui è emersa in maniera definitiva la sua natura da vero numero uno. Una prova di forza di cui il pilota torinese, in primis, aveva bisogno. Era fondamentale lanciare un messaggio: tanto ai capi della Ducati e ai piloti rivali, quanto ai giornalisti e agli appassionati del settore.
E se il Mugello è stato la sceneggiatura di un brillante film Hollywoodiano, dal sapore tutto verde, bianco e rosso, il weekend di Assen è stato semplicemente perfetto, senza sbavature. Barcellona e il Sachsenring, l’incipit e la chiusura di una sinfonia eseguita in modo impeccabile.
La notizia dello scomodo arrivo del Cabroncito sembra avergli dato una potente scarica di adrenalina e donato una notevole lucidità; elementi che, uniti al giusto grado di serenità personale (convolerà a nozze il 20 luglio), saranno le armi migliori per affrontare ogni sfida, da qui a Valencia. E gli altri?
Martin è incredibilmente ancora primo in classifica, nonostante un periodo di “crisi”. Non vincere, pur essendo in testa, trasmette una strana sensazione: un disagio che il madrileno pensava di scacciare con una vittoria in Germania, ma che è diventato, invece, con quell’imprevedibile caduta, spettro negativo, per un futuro avvolto da un grande punto di domanda.
Marc Marquez, di cui abbiamo già parlato nelle scorse settimane, appare pimpante e carico come una sveglia. Forse anche troppo, visto un ritorno preoccupante del vizio di cadere, una volta ottenuta la certezza del “posto fisso”. I continui brillanti risultati dimostrano, però, che lui è lì, pronto a sbaragliare i pronostici anche in gara e non solo a livello di mercato.
E a fronte di un Acosta che ha rinunciato a un po’ di visibilità per concentrarsi sullo studio del mezzo, Bastianini ci ha fatto divertire con dei sorpassi da fuoriclasse e Di Giannantonio, Cenerentola del paddock, è divenuto primissima scelta e protagonista delle strategie ai box: sarà l’unico, infatti, nel 2025 a guidare una moto factory, assieme ai due compagni vestiti di rosso. Morbidelli, lemme lemme, si sta adattando alla Desmosedici: riuscirà a tenersi stretta la sella? Waiting for Viñales, Espargaró, Binder, Oliveira…