Teatro Romano, la scena a Pupi Avati Il regista parlerà di "Eros, nostalgia dell'eros". Poi scrittori, attori, drammaturghi

E dopo la bellissima Jasmine Trinca, domani al Teatro Romano (ore 21.30), sarà Pupi Avati l’ospite della VII edizione del Festival della Bellezza con Eros come nostalgia dell’eros, un incontro in cui uno dei grandi maestri del Cinema italiano ripercorre l’espressione della sensibilità emotiva nei suoi film, e svela la magia di un’arte che lo ha conquistato permettendogli di regalare al pubblico capolavori immortali.
In dialogo con Pupi Avati, la giornalista, scrittrice e sceneggiatrice Emilia Costantini.
Eros come nostalgia dell’eros
“Oggi la nostra vita si risolve all’essenza: arrivi già a quello che è il risultato, ti guardi attorno e sei privo di desideri”. Memoria di una bellezza immutata in un tempo stilizzato. Il desiderio-ricordo di una felicità futura.
Prima di Avati, alle 18.30, Alessandro Piperno presenta L’affaire Baudelaire, con cui evoca la figura di Baudelaire come punto di riferimento poetico ed estetico della modernità.
Dal 28 al 31 agosto, gli appuntamenti al Teatro Romano vedranno in scena protagonisti del mondo del cinema, del teatro e della letteratura, con attori, registi, critici cinematografici, ma anche scrittori, drammaturghi e filosofi. Dopo l’apertura con Jasmine Trinca, Pupi Avati (29 agosto), Alessandro Piperno (29 agosto), Igor Sibaldi (30 agosto), Gianni Canova (30 agosto), Stefano Massini (31 agosto), Luca Barbareschi (31 agosto).
Nato a Bologna nel 1938, dopo un tentativo di intraprendere la carriera di clarinettista jazz, s’innamora della Settima Arte, guardando 8½ di Fellini. Dopo i primi film, Balsamus, l’uomo di Satana, e Thomas e gli Indemoniati, con Pasolini, con Bava, la sua carriera come regista, cinquantennale, lo condurrà a dirigere una quarantina di film, alcuni entrati nella storia del cinema italiano: dal thriller-horror Zeder a La casa dalle finestre che ridono, a Una gita scolastica con cui vince il Nastro d’Argento come miglior regista e per il miglior soggetto originale. Seguono Festa di laurea, Regalo di Natale, Storie di ragazzi e ragazze (David di Donatello per la sceneggiatura e Nastro d’Argento come miglior regista).
Nelle sue opere il grande maestro del cinema italiano volge spesso lo sguardo al passato per comprendere gli eventi e gli sviluppi dei rapporti umani, soprattutto all’interno dei nuclei familiari. Ama scandagliare i dubbi, i valori, le futilità, i limiti, i piccoli sentimenti, le incertezze, le paure e le ambizioni umane. Ha scritto due autobiografie. Ama molto leggere ed il suo scrittore preferito è William Faulkner.