Stop ai buoni pasto anche a Verona, nella giornata di domani, mercoledì 15 giugno: gli esercizi aderenti a Fipe-Confcommercio, Fida, Federdistribuzione, Coop, Ancd Conad non li accetteranno perché le commissioni a carico degli esercenti vengono definite “insostenibili”. “Per ogni buono da 8 euro ne incassiamo poco più di 6”, afferma il presidente provinciale e regionale di Fipe-Confcommercio, Paolo Artelio. I ripetuti appelli delle ultime settimane da parte del mondo dei pubblici esercizi e della distribuzione commerciale sono caduti nel vuoto. “Con questa giornata di sospensione del servizio – spiega Artelio – vogliamo sensibilizzare i lavoratori, e più in generale i consumatori, sulle gravissime difficoltà che le nostre imprese vivono quotidianamente a causa delle elevate commissioni che dobbiamo pagare sui buoni pasto. Parliamo di una vera e propria tassa occulta che supera anche il 20% del valore del buono”. La protesta ha l’obiettivo di salvaguardare la funzione del buono pasto: “Se si va avanti così sempre meno aziende saranno disposte ad accettarli. Insomma, il buono pasto rischia di essere inutilizzabile”, incalza Artelio. “C’è bisogno di una vera riforma che renda il sistema economicamente sostenibile anche per le nostre imprese che in fin dei conti sono quelle che danno il servizio ai lavoratori”. Ma è ritenuto altrettanto urgente far sì che la prossima gara Consip da 1,2 miliardi di euro non venga aggiudicata con gli sconti delle precedenti “perché saremo noi a pagarli per di più in un momento in cui le imprese sono a rischio per gli insostenibili aumenti dei costi dell’energia e delle materie prime”.
“E’ indispensabile riformare al più presto le modalità di acquisto dei buoni da parte delle pubbliche amministrazioni e occorre intanto intervenire subito sulla prossima gara Buoni Pasto 10, per evitare che si scarichino ancora una volta sugli esercizi convenzionati i rilevanti sconti di cui beneficia lo Stato in sede di gara”: questa la risposta dei rappresentanti delle sei organizzazioni che lo scorso 17 maggio hanno organizzato una conferenza stampa per denunciare le distorsioni del sistema dei Buoni Pasto in Italia, un mercato che per la prossima gara Consip si stima abbia una base d’asta di oltre un miliardo e duecentocinquanta milioni di euro.
“Le dichiarazioni di Consip – prosegue la nota – rafforzano i contenuti delle nostre denunce sull’anomalia del sistema italiano, che consente alla centrale pubblica di comprare buoni sottocosto a spese altrui, ossia degli operatori presso i quali i buoni pasto vengono utilizzati dai lavoratori. Di fatto, con tali dichiarazioni, Consip conferma che le commissioni a carico della rete degli esercizi convenzionati dipendono esclusivamente dal risparmio di spesa per le casse dello Stato. Per questo parliamo di una tassa occulta sulla ristorazione e distribuzione del valore di oltre 200 milioni l’anno, che pagano solo ed esclusivamente gli esercenti convenzionati”.
“Così non si può andare avanti – concludono le organizzazioni – chiediamo al Governo e ai Ministeri competenti, il MEF e il MISE, un incontro urgente per chiarire la situazione ed evitare che la prossima gara Consip BP10 riproponga i noti problemi, con sconti richiesti da Consip fino al 20% del valore del buono”.