“Mi lasciano quanto meno perplesso le dichiarazioni del Presidente del consiglio di bacino Verona Nord, non tanto per il fatto che richiami specificità di quel territorio per giustificare obiettivi non raggiunti, quanto perché mi domando dove fosse quando il Consiglio di Bacino ha applicato aumenti consistenti ai propri cittadini rispetto ai quali dice di essere al fianco. Sui dati, considerando la specificità della dispersione abitativa e della pressione turistica, rispondono i dati del bacino bellunese che produce meno della metà di rifiuto solido urbano residuo rispetto al veronese: 68 kg pro capite rispetto a 138. Ma al di là di questo non capisco la polemica rispetto a un incremento di 2,3 euro pro capite fatta da un consiglio di bacino che ha applicato un aumento della tariffa del 3,8% nel 2023, del 9,6% nel 2024 e del 9,6% nel 2025 in maniera del tutto autonoma. E ricordo che il 9,6% è il tetto massimo di aumento annuo consentito dalla norma. Tradotto in cifre si tratta di un aumento di oltre 30 euro pro-capite in 3 anni a carico dei cittadini deciso dal consiglio di bacino che ha rivisto il suo piano economico finanziario in maniera del tutto indipendente dalla Regione. Non vorrei che questa polemica sui 2,3 euro della tariffa unica regionale di smaltimento serva forse a far credere che i consistenti aumenti che subiranno i cittadini dipendano dalla Regione anziché dal Consiglio di bacino. Sia chiaro che ciò non risponde al vero. Il consiglio di bacino deve avviare politiche concrete di miglioramento della gestione invece di scaricare i costi sui cittadini”. Così l’Assessore all’Ambiente della Regione Veneto, Gianpaolo Bottacin, interviene nuovamente a fronte del perdurare della polemica, in ambito veronese, sulle tariffe per i rifiuti. A completare la polemica, tutta nel centrodestra, interviene Flavio Tosi. L’europarlamentare di Forza Italia trova poco opportune le uscite a mezzo stampa dei consiglieri regionali Valdegamberi e Rigo, “che sono in maggioranza, il primo eletto con la Lista Zaia e il secondo della Lega. Attaccano il loro assessore, il leghista Bottacin, ma sarebbe più costruttivo che contribuissero a risolvere il problema”. Tosi condivide la presa di posizione del presidente del Consiglio di Bacino Verona Nord (di cui fanno parte 58 Comuni del Veronese) Fabrizio Bertolaso, “il quale citando i dati Arpav conferma invece il virtuosismo del suo bacino nella differenziata, nonostante ne facciano parte territori di grande flusso turistico come lago e montagna, che proprio per la grande mole di turisti devono far fronte a maggiori criticità in tema di rifiuti e differenziata”. Tosi infine replica all’assessore di Verona Tommaso Ferrari: “Scarica le colpe sulle amministrazioni comunali precedenti, forse per far dimenticare il casino che loro stanno creando con i cassonetti intelligenti e l’estensione del porta a porta, soprattutto ai danni della popolazione più anziana”. Interviene anche il consigliere regionale forzista Alberto Bozza: “La legge regionale del 2012 che ridefinisce il confine dei bacini territoriali ha portato, nel Veronese, a uno spacchettamento che non ci favorisce. Quando si votò quella legge, Valdegamberi era consigliere di maggioranza e adesso fa parte della seconda commissione che ha espresso il parere sulla Dgr che lui stesso contesta. Insomma, sarebbe opportuno che chi è coinvolto sul piano istituzionale agisse nelle istituzioni prima che sulla stampa”. Bozza invita a “i colleghi Valdegamberi e Rigo, che è vicecapogruppo Lega, anche lui intervenuto mediaticamente, ad unirsi al sottoscritto nelle interlocuzioni che sto avendo con l’assessore Bottacin e il presidente del bacino Verona Nord Bertolaso per individuare soluzioni che nei prossimi anni siano più premiali per il territorio veronese”.