Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino dice un vecchio proverbio veneto. E così è accaduto anche per il bravissimo top manager Alberto Minali e i suoi sostenitori. La Cronaca (e daje!) ancora una volta è arrivata per prima. Più di un mese fa aveva dato la notizia dei mal di pancia dentro e fuori l’importante compagnia assicurativa, poi della tensione al calor bianco all’interno del suo cda. Giovedì Minali è stato, com’è accaduto anche alle Generali, ghigliottinato dal consiglio di amministrazione che lo aveva nominato. Scriveva sempre La Cronaca che Cattolica è uno degli ultimi gioielli rimasti in una città che ha svenduto il suo patrimonio. Leggi Cassa di Risparmio, Banca Popolare, autostrada Brescia-Padova un pezzo della Fondazione Cariverona, l’Aeroporto Catullo. Ci rimangono Cattolica, Veronafiere, il Consorzio Zai e l’Agsm. La vendita di Cattolica sarebbe stato anche perdere un pezzo di quelle società di cui la compagnia è azionista. Quindi la battaglia dei vari napoletani come i Frassino, dei vari Opus Dei Lovati Cottini, Pasti, Brena, Poggi e sodali come i fratelli Bruno e Luigi Castelletti andava valutata con grande attenzione. Ci ha pensato Paolo Bedoni con i suoi consiglieri a battere tutti sui tempi.