La richiesta iniziale era stata di 15 punti di penalizzazione da scontare nel campionato scorso, il che sarebbe significato retrocessione in serie B per il Chievo e conseguente ripescaggio del Crotone in A. Poi la procura federale ha chiesto sempre 15 punti di penalità, ma da scontare nel campionato in corso, di fatto condannando i gialloblù alla cadetteria nella prossima stagione. Adesso il tribunale della Federcalcio ha sentenziato, in primo grado, che i punti di penalizzazione – da scontare quest’anno – sono 3, e che il presidente Luca Campedelli, per il quale la richiesta di inibizione era stata di tre anni, in realtà sarà punito per soli tre mesi. Alla società è stata invece comminata una multa di 200 mila euro. Il tribunale della Federcalcio ha anche stabilito che non si deve procedere nei confronti del Cesena per intervenuta revoca dell’affiliazione, sanzionando con un mese e 15 giorni di inibizione i consiglieri della società Guido Aldini e Samuele Mariotti. Chievo e Cesena, lo ricordiamo, erano state deferite per aver sottoscritto le variazioni di tesseramento di alcuni calciatori indicando un corrispettivo superiore al reale e per aver contabilizzato nei bilanci plusvalenze fittizie e immobilizzazioni immateriali di valore superiore al massimo dalle norme che regolano i bilanci delle società di capitali, condotte finalizzate a far apparire un patrimonio netto superiore a quello esistente alla fine di ciascun esercizio e ciascun semestre così da ottenere la licenza nazionale e l’iscrizione al campionato delle stagioni 2015/2016, 2016/2017, 2017/2018 in assenza dei requisiti previsti dalla normativa federale. Il Chievo ha già pronto il ricorso per chiedere l’assoluzione totale. Al momento il Chievo riparte da -2 in classifica, frutto della penalizzazione e dell’unico punto conquistato, contro l’Empoli. La penalizzazione non è certo delle più pesanti, e però per una squadra che come obiettivo ha la salvezza può comunque rappresentare un ostacolo da non sottovalutare.