Dopo di lui non è stata più la stessa acqua. Dieci anni fa se ne andava Alberto Castagnetti. veronese, ex nuotatore (Olimpiadi di Monaco, giusto per dire), l’uomo che ha “stravolto” il nuoto italiano. Dici Castagnetti e pensi a Federica Pellegrini, la sua “creatura” più bella. “Gli devo molto, moltissimo. Alberto è stato più di un tecnico, per come mi ha saputo prendere, guidare, consigliare, sgridare”.
Un “duro”, si dice in questi casi. “Un duro?” sorride Domenico Fioravanti, primo italiano a conquistare un oro olimpico, anzi due. “Mi ricordo – aggiunge Fioravanti – quando avevo appena vinto l’oro, mi sentivo appagato e mi lasciai scappare una frase, tipo “beh, adesso, quello che viene viene…”. Sì, mi stavo un po’ rilassando, ma c’erano ancora i 200 rana, in ballo. Alberto mi…attaccò al muro. “Non puoi ragionsare così, devi vincere anche quelli…”
Morale della favola: “Vinsi anche quelli, ma fu lui a darmi la carica, alla sua maniera. Quando serviva, alzava la voce, ma aveva ragione lui”.
E Lamberti? Lo portò al primato mondiale, “…quando nessuno ci credeva e quando tutto il mondo del nuoto lo considerava un pazzo. Sono felice anche perchè, con me, dimostrò che aveva ragione. E dopo quell’impresa, tutti si accorsero quali erano i valori e le qualità di Alberto”.
Il mondo del nuoto gli deve molto, non solo sul piano tecnico. Lunedì i suoi “ragazzi” si ritroveranno a Verona, per ricordarlo. Per ricordarsi “come eravamo” e “come siamo diventati grazie a lui”. E mille cartoline partiranno alla volta del cielo. R.Tomelleri