Montipò 7 – Trafitto subito dal fuoco amico, graziato dallo scavetto fuori misura di Giroud. La prima parata vera è su Rebic, sul quale si ripeterà più tardi. Dice di no anche a Theo, non può niente su Tonali.
Hien 6 – Ripulisce l’area di rigore con ottime letture. Avviato a diventare yn punto fermo.
Magnani 5,5 – RIlanciato da Bocchetti, maltrattato da Leao, però merita solidarietà e comprensione. Non giocava da una vita, può dare una grossa mano.
Gunter 6,5 – Lascia la mattonella centrale a Magnani, si riscopre goleador trovando il pareggio con la gentile collaborazione di Gabbia. Sfiora due volte la doppietta.
Faraoni 6 – Torna titolare dopo due mesi e il battesimo è da far tremare i polsi perchè quelle zolle sono bazzicate da Theo e Leao. Esame superato.
Tameze 6,5 – Recuperatore seriale di palloni, avvia l’azione del gol. Boss del centrocampo: clonarlo non sarebbe una cattiva idea. Quando esce si nota la differenza. Dal 66′ Hongla 5,5 – Si becca subito un giallo, fa rimpiangere chi lo precede.
Veloso 5 – Beffa Montipò con un tocco tanto maldestro quando sfortunato. Mette una gran palla a Piccoli, aiuta sempre nei raddoppi ma si perde Tonali nell’episodio decisivo.
Depaoli 6 – Padroneggia discretamente bene la corsia mancina, nonostante non sia la sua comfort zone. Geniale il tacco per il pareggio.
Verdi 6,5 – Cresce la condizione e con essa pure le prestazioni. Regista offensivo in piena regola, cuce il gioco dando qualità alla manovra. Dal 70′ Kallon sv
Hrustic 5,5 – La partita inizia come peggio non potrebbe: è lui a mandare in porta Leao. Prova a riscattarsi con un bel sinistro a giro fuori di poco, poi si fa male. Dal 54′ Piccoli 6 – Fa tremare subito la traversa di Tatarusanu.
Henry 6 – Non segna più da tempo, nonostante la buona volontà. Rigorosamente spalle alla porta, aiuta con delle sponde utili per far salire la squadra. Dal 66′ Djuric 6 – Chili e centimetri per tenere la pressione alta. Deve trovare più spazio.
Mister Bocchetti 7 – Allievo di Gasperini e Juric, sul campo ne ripropone fedelmente i principi. Il suo è un calcio diretto senza troppi fronzoli: accetta il rischio di giocare uomo su uomo, consapevole dei rischi. Alla prima panchina in Serie A per poco non ferma il Milan. Non ci riesce ma la squadra sembra già trasformata.