Qualcuno forse, sulle prime, pensava a uno scherzo di Carnevale. Poi è arrivata la dura realtà ufficiale: il Governo con due articoli portati in Consiglio dei ministri dal ministro Giorgetti con un fuori programma dice stop alla cessione del credito del Superbonus e dello sconto in fattura. Resta solo la possibilità di eseguire i lavori a proprie spese e provvedere in un secondo momento alla detrazione fiscale. Quindi resta solo la detrazione nella dichiarazione dei redditi. Una doccia fredda, gelata, per imprese e famiglie.
Cosa succede ai privati e ai cantieri dopo lo stop del governo?
Secondo Ance nazionale 25.000 imprese sono a rischio fallimento e 130.000 i posti persi nel settore delle costruzioni. Una situazione che provocherebbe problemi su circa 90.000 cantieri.
E da noi?
“Si è scatenato il panico”, dice Carlo Trestini, presidente dell’Ance Veneto, l’associazione dei costruttori. “Quello del Governo è stato un blitz. Non se l’aspettava nessuno. Avevamo aperto con il Governo alcuni tavoli di confronto e si stavano cercando soluzioni che andassero bene ai privati, alle imprese e alla finanza pubblica. Invece è arrivato un fulmine a ciel sereno. C’è panico, come va interpretata questa nuova norma?’’.
Il panico si è diffuso in un attimo tra privati e imprese: “Stanno arrivando valanghe di mail da parte delle famiglie che non sanno più cosa fare e da parte delle imprese che devono fermarsi in attesa di chiarimenti”.
Anche questo è un aspetto fondamentale: come va interpretato questo nuovo stop?
“Il problema adesso è l’interpretazione di quei due articoli di legge. Non sono più cedibili, dice il Governo, tutti i futuri crediti, ma quelli che le imprese devono ancora fatturare dopo aver già fatto i lavori? E il privato che ha acquistato l’immobile e deve iniziare i lavori di ristrutturazione? Secondo noi il Governo ha sottovalutato l’impatto su famiglie e imprese, le ripercussioni saranno gravissime e molte imprese rischiano il fallimento”.
Però presidente Trestini, sul Superbonus si sono create situazioni veramente difficili da governare: 110 miliardi a carico della spesa pubblica per pagare i crediti sono difficili da digerire no?
“Certo e altri dieci miliardi li hanno in pancia le imprese e le famiglie perché non sono ancora riusciti a cederli alle banche. Questo aspetto, in teoria, verrà risolto in qualche modo secondo quanto assicura il Governo. Ma il nodo dei 110 miliardi andava gestito diversamente, e invece ora viene scaricato su di noi. E’ vero che all’inizio del Superbonus la norma era stata fatta male, soprattutto relativamente al Bonus facciate non c’era un prezziario e questo ha generato frodi e distorsioni. Ma Draghi era riuscito a bloccare le degenerazioni e a modificare molto bene la norma. Le famiglie avevano iniziato a utilizzare bene questo prodotto. Ora lo Stato dice che per lui non è più sostenibile e per questo distrugge un settore economico, quello dell’edilizia che ha sostenuto il Pil per tre anni?”.
Cosa cambia in pratica per una famiglia che aveva iniziato i lavori con il Superbonus? O deve iniziarli?
“Se aveva un lavoro da 100 mila euro di spesa, 70 mila li poteva scontare. Ora invece deve pagare l’intero importo e poi detrarlo nella dichiarazione dei redditi. Dovranno andare a chiedere prestiti in banca, ma le banche faranno fatica a concederli perché li considerano prestiti a rischio e i tassi non sono più convenienti. Servirebbero finanziamenti studiati ad hoc”.
E per le imprese?
” Le stesse imprese non sanno come regolarsi con i lavori già fatti: se non possono più cedere il credito, chiederanno al privato di saldare il conto. Ci aspettiamo una esplosione di contenziosi tra ditte e privati. Un allarme altissimo dopo che il settore aveva vissuto 12 anni di crisi. Così si rompe la pace sociale nell’edilizia”.
Il Governo vi ha convocati per la prossima settimana: che proposte farete?
“Ci aspetta una settimana di fuoco. Le nostre proposte andranno nella direzione di modificare questi due articoli per consentire almeno il completamento dei lavori in corso. E la creazione di finanziamenti ad hoc per chi deve sostenere lavori di ristrutturazione edilizia. Il Governo deve farsi carico di questi problemi, non può dire: per noi non è più sostenibile il Superbonus e dire a imprese e famiglie: arrangiatevi. Non si governa così”. (mb)
Home Editoriali del direttore Superbonus addio. Ora è panico. L’intervista al presidente veneto dei costruttori