Lo premettiamo: la sicurezza viene prima di tutto, e le multe, se comminate a norma del Codice della Strada, vanno pagate, dura lex sed lex. Su questo la nostra posizione è ferma. E però, alla luce di quanto sta avvenendo lungo la tangenziale Nord, pochi metri prima dell’uscita di Santa Lucia, una riflessione, e anche urgente, va fatta. Andiamo subito al nocciolo della questione. Delle due l’una: o abitiamo in una città zeppa di automobilisti indisciplinati, di più, incivili ed estremamente pericolosi – dei pirati della strada, insomma – oppure v’è qualcosa che non va, diciamo quantomeno di eccessivo, nell’installazione dell’autovelox che in quel tratto della “bretella” impone il limite massimo a 70 chilometri orari (fino a poco fa la soglia era 90). Nelle 48 ore successive all’attivazione del congegno sono state comminate 1.959 contravvenzioni, 40 ogni sessanta minuti, una strage di punti della patente e un salasso senza precedenti per i veronesi. Le multe vanno da 42 a oltre 1.000 euro. Ora, è sacrosanto che chi sfreccia ai 167 orari, com’è successo a Ferragosto, debba pagare una cifra elevata, ci mancherebbe. In quel caso ovviamente se n’è andata in fumo anche la patente e non possiamo che rallegrarcene, ma ci vuole poco a capire che si tratta di un episodio limite.
Ammettiamo, per assurdo, che tutti gli automobilisti pizzicati tra sabato e domenica siano incappati in un’infrazione minima: l’incasso comunale, in soli due giorni e per quel solo tratto di strada, sarebbe di 78.360 euro, 274.260 a settimana, circa un milione al mese. Insomma: siamo di fronte a una miniera d’oro per Palazzo Barbieri, anche se gli amministratori e la municipale smentiscono con decisione che l’autovelox sia stato messo lì per fare cassa e sottolineano che quello è il tratto di strada in cui si verifica il maggior numero di incidenti. Che sui social i cittadini insorgessero era scontato. E però, al netto di qualche commento becero, la discussione non è da derubricare a “chiacchiere da bar”. C’è chi si chiede se abbia più senso, per la sicurezza, installare l’autovelox prima o dopo una curva, magari prima dell’ultima (a sinistra) che in direzione centro porta all’incrocio in prossimità della stazione: lì sì, scrive più d’uno, che anche per colpa della rigogliosa vegetazione che toglie parte di visibilità avrebbe senso imporre un ulteriore limite. C’è chi si domanda che senso abbia una strada a scorrimento veloce a doppia corsia con ampio spartitraffico rispetto all’altro senso di marcia se poi vengono imposti vincoli di questo tipo. Ci si interroga se sia più rischioso per la sicurezza imporre un tale rallentamento e se non vi siano altre soluzioni oltre a quella del “paga e tasi”. Sono domande legittime che ci poniamo anche noi, a meno che qualcuno, sui giornali e in tivù, non venga a dirci chiaramente che siamo una città di piloti di Formula Uno. In quel caso potremmo proporci a Maranello per risollevare le sorti della Ferrari.