Sulla spinosa questione della tassa di soggiorno, Tommaso Ferrari, consigliere comunale di Verona civica chiede di aprire un dialogo con Airbnb.”A novembre dell’anno scorso una ventina di strutture extralberghiere”, ricorda, “erano state multate per non aver versato la tassa di soggiorno: 10 mila euro mancavano all’appello nelle casse comunali ma non finisce certo qui perché, sempre relativamente al 2017, gli uffici del Comune riferiscono di essere attualmente ancora in fase di verifica. Il sommerso appare evidente e un modo per ridurlo ce lo suggeriscono altre città italiane come Genova, Bologna, Firenze e, da ultimo, Palermo: le amministrazioni hanno siglato un accordo con Airbnb per la tassa di soggiorno”, spiega Ferrari che depositerà una mozione in merito. “L’imposta”, dice, “viene riscossa direttamente dalla piattaforma di home sharing al momento della prenotazione e poi, a cadenza trimestrale, lo stesso Airbnb versa quanto dovuto nelle casse del Comune. A livello internazionale sono centinaia le amministrazioni che delegano ad Airbnb la gestione semplificata del versamento delle imposte. Una città dalla forte vocazione turistica come Verona, dove la realtà di Airbnb si sta sempre più radicando, non deve rinunciare alla possibilità di costruire una collaborazione con la piattaforma. Le casse amministrative potrebbero finalmente respirare alla voce della tassa di soggiorno e smettere di soffrire le conseguenze di un’evasione, spesso e volentieri, percepita come fisiologica. Stipulare un protocollo d’intesa con Airbnb consentirebbe, tra l’altro, di censire in maniera più sistematica le strutture non in regola” conclude il consigliere di Verona Civica..