Sequestrati 4.500 metri di reti illegali sulla sponda veronese del lago. La Polizia Provinciale, in collaborazione con sette guardie ittiche volontarie per lo più appartenenti all’Unione Pescatori Sportivi del Garda, ha svolto un’operazione a tappeto sui porti da Brenzone a Malcesine. Il blitz, cominciato alle quattro del mattino, ha permesso di individuare sei pescatori professionisti di nazionalità straniera, in possesso di 60 reti illegali in quanto dotate di maglie con ampiezza inferiore ai 37 millimetri. Strumenti che permettono di catturare fino al triplo del pesce, ma con numerosi capi sotto misura, provocando così il depauperamento della popolazione ittica del lago. A tutti i pescatori sono state applicate le sanzioni previste dal Regolamento regionale per la pesca sul Garda (166 euro) e sono state sequestrate le reti. L’assenza di pesce nelle imbarcazioni non ha permesso di elevare sanzioni maggiori e di procedere con le denunce penali, il sequestro e la confisca delle barche. “Questi pescatori gettano le reti al confine con altri territori provinciali dove verosimilmente vendono il pescato – spiega il Comandante della Polizia Provinciale veronese, Anna Maggio –. Quel che possiamo fare è perciò controllare la regolarità delle reti utilizzate quando rientrano in porto. Segnaleremo il risultato dell’operazione anche ai nostri colleghi delle altre province, nella convinzione che ciò possa essere utile per ulteriori attività contro la pesca con strumenti illegali e per la tutela della fauna del Garda. Il sequestro portato a termine dai nostri agenti è tra i più ingenti degli ultimi anni ed è stato reso possibile grazie alla sinergia sviluppata con le guardie ittiche volontarie, sempre disponibili a collaborare con grande professionalità. È giusto ricordare che la stragrande maggioranza dei soggetti controllati era in regola. Chi infrange la normativa mette in pericolo l’ecosistema del lago e crea un danno anche ai tanti pescatori onesti e corretti”.