È stato il primo fine settimana di semi-normalità in tempi di Coronavirus: pochissima gente in giro e spostamenti ridotti al necessario. Dovrebbe essere la regola in piena pandemia, e invece in Italia non lo è. Il fatto di non essere i soli indisciplinati (diciamo così), vedi Spagna e Francia, non è certo una consolazione. Il sindaco può tirare il primo, pur leggerissimo, sospiro di sollievo: «Questa domenica, rispetto alla scorsa» ha detto durante la consueta comunicazione in streaming dal municipio «ci sono state molte meno macchine in giro per Verona. La città è rimasta effettivamente chiusa. Continuano i controlli della polizia locale per punire ancora i pochi che non rispettano le regole» ha ricordato per scoraggiare eventuali nuovi incivili. «I dati sui contagi stanno leggermente rallentando a Verona, ma resto molto preoccupato: Venezia e Padova sembravano in calo e adesso hanno avuto una nuova impennata. Abbiamo avuto molto decessi negli ultimi giorni a Verona, la situazione è ancora difficile». Il sindaco ha poi affrontato il tema dei divieti: «I provvedimenti specifici per Verona rimangono gli stessi: parchi giochi e aree verdi chiusi, piste ciclopedonali interdette, divieto di attività motoria e sportiva. Bisogna uscire solo per necessità: cioè per fare la spesa, andare a prendere farmaci o uscire col cane, e aggiungo che la domenica rimangono chiusi i supermercati. Per motivi d’urgenza» ha sottolineato «ci si può spostare da un Comune all’altro: ma se devo andare semplicemente a trovare i miei genitori no. Mascherine? Vengono distribuite a livello provinciale, chiaramente il pacco più grosso sarà per il Comune di Verona. Ci stiamo organizzando per partire con la distribuzione, chiedo pazienza ai cittadini». Il vice-sindaco Zanotto, a testimonianza di come gran parte dei veronesi abbiano cominciato a rispettare le norme anti-contagio, ha evidenziato che in base ai controlli della polizia il traffico è diminuito del 92 per cento. E però siamo solo all’inizio. Vietato scherzare. A.G.