Fondazione Città della Speranza scende in campo contro il Covid-19 schierando l’Istituto di Ricerca Pediatrica per uno studio innovativo che contribuirà ad aggiungere conoscenze alla ricerca internazionale, suggerire nuovi approcci terapeutici e favorire lo sviluppo di un vaccino.
Il progetto, per il quale la Fondazione ha concesso un finanziamento di 500mila euro, si pone l’obiettivo di verificare la “risposta immunitaria al Sars-CoV-2 nella popolazione veneta” per capire quali siano le difese immunitarie efficaci contro il virus e perché esse vengano meno in alcuni pazienti.
Il gruppo di lavoro sarà coordinato dal prof. Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’Università di Padova, e dalla prof.ssa Antonella Viola, direttrice scientifica dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza e ordinario di Patologia generale al Dipartimento di Scienze Biomediche, con la collaborazione della dott.ssa Annamaria Cattelan, direttrice dell’Unità Operativa Complessa Malattie Infettive e Tropicali, e del prof. Giorgio Perilongo, direttore del Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino.
“Con questo progetto puntiamo a dare risposta a molteplici domande – spiega la prof.ssa Viola –. Vogliamo comprendere, infatti, perché lo stesso virus abbia effetti così diversi negli adulti e tendenzialmente lievi nei bambini, se vi sia la possibilità di contrarre nuovamente l’infezione e che cosa succeda nei polmoni. Riteniamo di poter giungere ad importanti conclusioni studiando il comportamento del sistema immunitario, in particolare identificando i meccanismi molecolari responsabili dello sviluppo o del fallimento dell’immunità a SARS-CoV-2, nonché quei fattori che causano infiammazione sistemica nei pazienti con sintomatologia severa e che sono coinvolti nella patologia respiratoria”.
“Un ricerca fondamentale, quindi, per fornire il razionale allo sviluppo di vaccini e per comprendere la patogenesi dell’infezione”, rimarca il prof. Crisanti.
“Stiamo vivendo un momento difficile e da più parti sentiamo dire che ‘siamo in guerra’ – osserva Stefano Galvanin, presidente della Fondazione Città della Speranza –. Purtroppo siamo estremamente deboli perché non conosciamo questo nemico e il suo comportamento. Per questo la Fondazione ha voluto essere parte attiva, supportando questo progetto al quale tutti possono contribuire con una donazione per poter aprire nuove strade per la cura”.